Soldi in Svizzera, imprenditore nei guai

Soldi in Svizzera, imprenditore nei guai
L'INCHIESTAPADOVA Due spalloni di valuta al lavoro tra Italia e Svizzera e un loro cliente padovano. Sono i tre imputati rinviati a giudizio con le accuse a vario titolo di...

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L'INCHIESTA
PADOVA Due spalloni di valuta al lavoro tra Italia e Svizzera e un loro cliente padovano. Sono i tre imputati rinviati a giudizio con le accuse a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, istigazione alla corruzione e autoriciclaggio. Il giudice dell'udienza preliminare Margherita Brunello ha accolto la richiesta del pubblico ministero Valeria Spinosa spedendo a processo Ezio Vittalini, settant'anni di Faloppio (Como), Roberto Mambrini, 50 anni, di Colverde, pure nel comasco, e Giuseppe Simioni, 67 anni, di Galliera Veneta. Il terzetto è stato citato davanti al tribunale collegiale per il prossimo 11 marzo.

CINQUE FASCICOLI
Quello che finirà davanti ai giudici è lo stralcio di una lunga inchiesta condotta dalla Procura di Como e dalla Guardia di finanza di Ponte Chiasso, e che aveva portato a ricostruire un traffico di denaro in contanti, per poco meno di un milione di euro, reimportato clandestinamente in Italia. Nel marzo scorso il gip del tribunale lombardo Carlo Cecchetti aveva accolto l'eccezione di incompetenza territoriale presentata dagli avvocati dei 22 indagati smembrando gli atti d'indagine in cinque tronconi. La questione riguardava il luogo di consumazione del reato che, codice alla mano, stabilisce anche la competenza del tribunale destinato ad occuparsi del caso. Secondo il giudice quel luogo è il punto in cui lo spallone di valuta riconsegna al cliente il denaro di rientro dalla Svizzera.
Le indagini delle Fiamme gialle non sono però riuscite ad individuare con certezza il valico utilizzato dagli spalloni per la prima operazione di occultamento del denaro proveniente dalle agenzie elvetiche di intermediazione finanziaria. L'unico dato incontrovertibile era la consegna dei 100 mila euro che Simioni aveva fatto rientrare dalla Svizzera. La restituzione del denaro era avvenuta in territorio padovano. Ecco perché le posizioni dei due spalloni comaschi e dell'imprenditore di Galliera sono finite sul tavolo del pubblico ministero Spinosa.
L'AGENDINA
Il nominativo di Simioni è spuntato fuori dall'agendina che i finanzieri hanno sequestrato a Faloppio, nell'abitazione di Ezio Vittalini. Lo spallone annotava ogni cosa: chi, dove, quando. Ma, soprattutto, quanto. Un autentico tsunami per i clienti - una ventina - che affidavano a lui e ai suoi più stretti collaboratori i risparmi rigorosamente in nero da nascondere oltre confine.
Grazie a quei nomi le Fiamme gialle avevano ricostruito la struttura associativa: oltre agli spalloni Vittalini e Mambrini incaricati di gestire i trasporti di valuta ne facevano parte quattro svizzeri, titolari di agenzie di intermediazione finanziaria che tenevano i rapporti con i clienti italiani interessati a far sparire provviste in nero, ma anche soldi trafugati a imprese e società da amministratori infedeli.
Un giro illecito di denaro stimato dalla Guardia di finanza in almeno 15 milioni di euro passati attraverso i valichi di frontiera in cinque anni, tra il 2010 e il 2015, con una trentina di viaggi accertati nel solo biennio 2014-2015.

La maggior parte degli indagati sono clienti accusati di autoriciclaggio, ma sotto inchiesta sono finiti pure presunti corrieri comaschi accusati di singoli episodi di trasporto di valuta.
Luca Ingegneri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino