Morire ad appena 9 mesi di vita. È successo a Sofia, stroncata da un tumore cerebrale. Figlia di una giovane coppia padovana, Sofia combatteva da dicembre scorso contro una forma...
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«Sofia era una creatura meravigliosa; aveva tre mesi - commenta commossa Chiara Girello Azzena, presidente dell'associazione Team for Children che ha seguito giorno dopo giorno la famiglia della bimba nella sua dura battaglia - quando una brava pediatra le ha diagnosticato la malattia. Da allora tutti abbiamo caparbiamente sperato che ce la facesse». Per volere dei familiari, al funerale non fiori ma donazioni a favore del Team.
Ma come vive chi combatte il cancro nel reparto di Oncoemataologia pediatrica di Padova? A raccontarlo ci pensa Andrea Tommasi, giornalista autore del docufilm "Un filo appeso al cielo", girato appunto nel reparto patavino guidato dal professor Giuseppe Basso. "La paura è quando ti dicono che tuo figlio ha un tumore, cancro e tu non capisci. In un secondo vieni catapultato in un mondo che non è il tuo, che pensavi appartenere ad altri. La paura è come un filo di metallo che ti viene infilato da sotto e ti attraversa le viscere per arrivare su, fino alla gola...": questo l'incipit del video in cui si spiega, grazie anche alla testimonianza di Matteo, il papà di una bambina colpita da leucemia mieloide acuta, cosa vuol dire trovarsi da un giorno all'altro gettato a capofitto nel mondo della malattia, un universo ovattato fatto di igiene totale, copriscarpe e camici per tutelare piccolissimi assistiti dalle difese immunitarie azzerate.
Il groppo in gola continuo, cure complesse lunghe mesi o anni. «Questo documentario è stato preparato da Andrea Tommasi, un giornalista ma anche papà di un nostro paziente che ha voluto fare qualcosa per noi e per tutti coloro che hanno o avranno bisogno di noi. Un altro papà è l'altro interprete. Questo - sottolinea lo stesso professor Basso - è un segno della grandissima solidarietà che abbiamo nel nostro mondo. Per me è una grande fonte di orgoglio che ci sia questa grande unità tra pazienti genitori e personale che fa sì che si possano ottenere i risultati di cui oggi possiamo parlare. Credo in questo modo - dice Basso, che nel film spiega in parole semplici cosa significa trovarsi pazienti - di aver risposto a molte delle domande che un genitore o un ragazzo vorrebbero fare. Devo dire che coloro che hanno vissuto questa esperienza mi hanno dato un feedback estremamente positivo».
L'Oncoematologia pediatrica di Padova effettua 250 nuove diagnosi ogni anno, in particolar modo leucemie acute, tumori cerebrali, sarcomi delle parti molli. Almeno il 25% dei pazienti giunge da fuori regione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino