Socialdemocratici all'opposizione, è una disfatta

Socialdemocratici all'opposizione, è una disfatta
PEGGIO DI SEMPREBERLINO Disastro, débacle, disfatta. Il partito socialdemocratico, al governo finora con la Cdu-Csu di Angela Merkel, ha subìto la sua peggiore umiliazione...

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PEGGIO DI SEMPRE
BERLINO Disastro, débacle, disfatta. Il partito socialdemocratico, al governo finora con la Cdu-Csu di Angela Merkel, ha subìto la sua peggiore umiliazione battendo il suo stesso record negativo: ha ottenuto appena il 21% dei voti contro il 23% nel 2009 con Frank-Walter Steinmeier in quello che risultò allora il peggior risultato nella storia. Nel 2013 aveva ottenuto il 25,7%. Una sconfitta rovente quella di ieri, che non ha lasciato scelta ai dirigenti del partito: è stato lo stesso sfidante cancelliere Martin Schulz ad annunciare la strada dell'opposizione. Nel suo ufficio al quarto piano del Willy Brandt Haus, la sede del partito a Berlino, aspettava i dati dopo la chiusura dei seggi alle 18.00 e pochi minuti dopo è sceso per parlare ai tanti militanti radunati. «È un giorno duro, amaro per la socialdemocrazia», dopo le regionali una sconfitta anche alle legislative, gli elettori hanno bocciato la grande coalizione, per questo la Spd imboccherà la strada dell'opposizione, ha annunciato.

INQUIETANTE
«È chiarissimo che il mandato degli elettori è che andiamo all'opposizione». L'ingresso dell'AfD è inquietante, «la Spd sarà un baluardo della democrazia» e «combatterà nella prossima legislatura per i suoi principi di rispetto e tolleranza». Il pessimo risultato ha evidentemente vanificato tutte le ipotesi della vigilia: non si escludeva una riedizione della grande coalizione se la Spd avesse strappato un risultato superiore, o almeno uguale, alle ultime elezioni. In questo caso avrebbe potuto dire alla base recalcitrante che questa era la volontà degli elettori: una riedizione della grande coalizione. Così evidentemente non è stato per cui al partito non restava che la strada dell'opposizione. Opzione questa che offre però un doppio vantaggio: da una parte un periodo di astinenza dal governo che per la Spd, alleato junior, ha comportato una progressiva erosione di voti servirà al partito a rimettersi in piedi per presentarsi galvanizzata alle prossime elezioni.
ALLA GUIDA
Dall'altra sarà ora la Spd a guidare l'opposizione al Bundestag e non l'AfD come temuto da tutti. In termini di voti l'AfD è diventata infatti il terzo partito in Parlamento e quindi, se la Spd per ipotesi entrasse al governo, spetterebbe a lei guidare l'opposizione. Per esclusione, il prossimo governo federale non potrà quindi essere altro a questo punto che una coalizione a tre nero-giallo-verde fra Cdu-Csu, Liberali (Fdp) e Verdi, detta anche Giamaica dai colori della bandiera dell'isola caribica.
Come il partito di Willy Brandt possa essersi ridotto così, al punto che le viene contestato il predicato di partito popolare, ha molte concause. La crescente disaffezione degli elettori che non si sentono più vincolati a un solo partito e scelgono in un menu à-la-carte, la paura crescente su svariati fronti: il lavoro, la povertà, la discesa sociale e naturalmente l'immigrazione. Per un esperto intervistato dalla Zdf le elezioni sono state un referendum a posteriori sui migranti. Schulz ha addossato la responsabilità dell'AfD alla Merkel. ha fatto una campagna scandalosa, ha detto anche lui in tv.

Flaminia Bussotti
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Il Gazzettino