Sissy e quel richiamo per aver visto troppo

Sissy e quel richiamo per aver visto troppo
Emergono nuovi particolari nella vicenda relativa a Maria Teresa Trovato Mazza, detta Sissy, 28 anni, l'agente di polizia penitenziaria in servizio al carcere femminile di Venezia...

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Emergono nuovi particolari nella vicenda relativa a Maria Teresa Trovato Mazza, detta Sissy, 28 anni, l'agente di polizia penitenziaria in servizio al carcere femminile di Venezia ritrovata in fin di vita per un colpo di pistola alla testa lo scorso 1 novembre, nell'ascensore del Padiglione Jona dell'ospedale Civile, dove si era recata per motivi di servizio a fare visita ad una detenuta ricoverata per partorire.

Ad aprire nuovi scenari sono state le rivelazioni giunte in Procura dagli ambienti carcerari dove lavorava Sissy che, nelle settimane precedenti il 1° novembre, era stata destinataria di un provvedimento disciplinare. Ma perché era stata richiamata? Secondo quanto ha riferito mercoledì sera, nel corso della trasmissione televisiva Chi l'ha Visto?, la giovane calabrese aveva ricevuto le confidenze di due detenute, le quali avevano sorpreso una sua collega agente di polizia penitenziaria in atteggiamenti intimi con una detenuta, fino ad arrivare anche ad un presunto bacio. Una versione, quella del presunto bacio, descritta anche da una detenuta particolare, Manuela Cacco, in prigione alla Giudecca perché accusata assieme ai fratelli Sorgato, Freddy e Debora, dell'omicidio di Isabella Noventa.
Sissy informa i superiori quanto appreso in via confidenziale e, in una relazione scritta, aggiunge che anche lei era stata oggetto di attenzioni particolari da parte di quella detenuta sorpresa in atteggiamenti intimi con la collega agente e chiede di venire spostata da quel braccio del penitenziario. La direzione del carcere, in seguito all'esposto di Maria Teresa, convoca le due detenute che si sono rivolte a Sissy: loro confermano la versione ma non tutte firmano la dichiarazione scritta, come ha precisato l'avvocato della famiglia Mazza, l'avvocato Simona Cardarelli. Poi, il tragico episodio del 1 novembre e i dubbi sul cosa sia veramente successo. Nel corso della trasmissione televisiva si è parlato di ipotesi di istigazione al suicidio, ma il procuratore aggiunto di Venezia, Adelchi d'Ippolito, ieri sera ha smentito, negando pure che vi sia un'ipotesi di omicidio. L'inchiesta, coordinata dal pm Rosa Liistro sta svolgendo tutti gli accertamenti necessari per cercare di fare piena chiarezza.

«Perché mia figlia quel giorno una volta uscita dalla stanza della detenuta che aveva appena partorito è tornata verso l'ascensore quando era a piano terra continua a chiedersi il padre nell'ennesimo disperato appello in tivù Possibile che nessuno abbia visto nulla dentro un ospedale o abbia sentito qualcosa? Chi sa, vi prego, parli».
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Il Gazzettino