Siria, nessuna nuova sanzione Ue alla Russia

Siria, nessuna nuova sanzione Ue alla Russia
BRUXELLES «Alla fine le sanzioni alla Russia le volevano veramente solo britannici e francesi e per noi è stato facile spuntarla». Uno dei diplomatici della rappresentanza...

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BRUXELLES «Alla fine le sanzioni alla Russia le volevano veramente solo britannici e francesi e per noi è stato facile spuntarla». Uno dei diplomatici della rappresentanza italiana a Bruxelles spiega così la lunga notte che ha portato a togliere dal testo delle conclusioni del Consiglio Europeo la minaccia di nuove sanzioni a Mosca per i bombardamenti in Siria. A parole il fronte di coloro che volevano inserire il monito era sufficientemente ampio e capeggiato da Donald Tusk, il polacco che guida il consiglio europeo. Nettamente contrari Spagna, Cipro, Austria e Grecia. Su richiesta di Londra, Parigi e Berlino il giorno precedente era stato lo stesso Tusk ad inserire nella bozza prima il nome della Russia come possibile destinataria di sanzioni e poi un più generico riferimento a «persone e entità» che sostengono il regime siriano e i bombardamenti.

Una soluzione differente da quanto concordato dai ministri degli esteri, ma che è subito piaciuta alla britannica Theresa May e al francese Hollande. Sanzioni possibili, tutte da decidere, che la cancelliera Merkel aveva sottoscritto al suo ingresso a Justus Lipsius ma che nella notte di giovedì sono saltate anche come mera ipotesi a seguito dell'intervento di Matteo Renzi e di Federica Mogherini che non avrebbero trovato eccessiva resistenza alla linea della «inopportunità» di proporre possibili sanzioni senza poi avere la forza e la compattezza per poi attuarle e in un momento di seppur difficile trattativa.

«Noi - rivendica Renzi al termine del summit - siamo stati tra i più decisi nell'impostare una linea che però non è italiana ma dei ministri degli Esteri di Stati Uniti, Italia, Francia, Germania e, con qualche riserva in più, Gran Bretagna, che hanno fatto alcune riunioni negli scorsi giorni». Il motivo? «Alcuni - spiega - pensavano che evocare la possibile presenza di sanzioni potesse costituire un deterrente: tutti noi sappiamo che avrebbe costituito un alibi per la propria discussione interna ma non un deterrente». Le conclusioni sulla Siria, adottate dal Consiglio che nel testo adotta la linea di «tutte le opzioni aperte» senza menzionare le sanzioni, non piace alla Germania e alla sua Cancelliera: «È stato il minimo che siamo riusciti a concordare», ma «avrei accolto con favore il testo che c'era invece nella bozza originaria».
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Il Gazzettino