PADOVA - La campagna elettorale morde e il tema dell'immigrazione diventa caldissimo a Nordest dove è annunciato l'arrivo di alcune centinaia di extracomunitari. La bufera...
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In serata ha fatto un passo indietro, ma non perchè ci ha ripensato. «Ho avuto comunicazione dai parlamentari padovani, dopo una verifica con la Prefettura che non è stata assunta alcuna decisione. Alla luce di questa rassicurazione ritiro le dimissioni e mantengo però ferma la mia determinazione affinché il problema dei profughi venga gestito in modo paritario con tutti i Comuni del territorio senza soggiacere a veti e ricatti che attengono alla pura strumentalità politica».
Naturalmente il fatto ha alzato la temperatura elettorale. «Il Veneto per primo fa blocco assieme alla Lombardia all'immigrazione massiccia di profughi» ha detto il governatore, Luca Zaia, ieri a Verona. Con 511 mila immigrati in Veneto, dei quali 42 mila sono senza lavoro, mi chiedo cosa diamo da fare a quelli che arrivano ora». Il sindaco di Verona, Flavio Tosi: «È ingiusto che il governo scarichi sui prefetti e sui sindaci il compito di arginare un fenomeno che deve essere arginato a livello azionale». Di diverso parere Alessandra Moretti, candidata di centrosinistra per la Regione Veneto: «Mettere sullo stesso piano profughi e clandestini non è degno della cultura veneta. Il Veneto è accoglienza. La Regione non ha fatto nulla e ora scarica il problema scagliandosi contro il governo».
Ieri a Venezia sono arrivati 21 profughi, a Treviso 25 (tra sui sette bambini). E il vescovo di Vicenza ha invitato la parrocchie a dare ospitalità almeno a venti persone. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino