Pioggia e neve - nonostante le previsioni dei giorni scorsi - ancora in scarsa quantità. Troppo deboli le precipitazioni per fare uscire il territorio provinciale dall'emergenza...
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La situazione legata invece ai bacini e alle riserve montane è rimasta esattamente la stessa: sono quasi a secco sia quelli della Valcellina (la situazione è critica nel lago di Barcis) che in Val Tramontina (Ca' Selva e Ca' Zul) sul lago di Redona. Un quadro che sta facendo scattare l'allarme anche al Consorzio di Bonifica Cellina-Meduna che guarda con una certa preoccupazione rispetto alla prossima stagione irrigua.
E che la situazione di emergenza non sia ancora rientrata è testimoniato anche dal fatto che - come ha confermato la società Sistema Ambiente - in alcuni Comuni montani e pedemontani (oltre che in Valtramontina anche a Frisanco, Fanna, Cavasso e Meduno) sono ancora in vigore le ordinanze sindacali anti-spreco dell'acqua. E se la montagna, dal punto di visto climatico, piange la pianura certo non ride. Il problema della siccità - non sta piovendo in maniera abbondante dall'inizio dello scorso mese di novembre e di neve ce n'è stata poca - si sta ripercuotendo nell'abbassamento della portata della falde. In particolare nell'area di Pordenone e dell'hinterland cittadino (Cordenons, Porcia, Roveredo, San Quirino). Ma anche nella zona del Sacilese si sta verificando un forte abbassamento della falda. Gli acquedotti pesacano a profondità che ancora garantiscono l'erogazione. Si comincia a riscontrare l'abbassamento delle portate già verso i cinquanta, sessanta metri di profondità.
Ma in molti casi, dove le abitazioni sono servite da pozzi privati a profondità minori, cominciano a verificarsi problemi di pescaggio e di erogazione dell'acqua. Negli ultimi giorni si sarebbe verificato anche più di qualche caso di palazzi, in città, che hanno registrato difficoltà nell'erogazione. Insomma, se non arriverà la pioggia e se in montagna non ci sarà una nevicata prima della fine della stagione (peraltro poco probabile visto l'innalzamento delle temperature) ci potrebbero essere diversi rubinetti che rimarranno a secco. Non resta che attendere e sperare nelle precipitazioni.
Resta comunque il fatto che un inverno così poco piovoso e nevoso non si vedeva da parecchio. Stando sempre alle precedenti annualità è piuttosto frequente un aumento di piovosità nei mesi di marzo e aprile. Sono spesso proprio le piogge primaverili che salvano le stagioni irrigue. E che riforniscono le falde che tendono ad abbassarsi dopo i lunghi periodi siccitosi. Come quello che stiamo attraversando.
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Il Gazzettino