«Siamo sfidati dal terrorismo. Ma dobbiamo impedire che la paura ci vinca e l'Italia entri nell'età dell'ansia». Sergio Mattarella guarda in faccia al rischio di un Paese...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il capo dello Stato, durante la tradizionale cerimonia della consegna del ventaglio da parte della stampa parlamentare, comincia il suo discorso dall'omicidio di padre Jacques Hamel a Rouen. Parla delle stragi di Dacca, Nizza, Parigi, Bruxelles. Ma anche degli attentati a Kabul, Istanbul, Orlando, Iraq, Siria e perfino della «strage di disabili in Giappone» e dei massacri di Utoya e del pilota tedesco suicida «con 150 vittime». Insomma: «Non vi è soltanto l'assalto, feroce, del terrorismo. Questa stagione sembra dare spazio a ogni tipo di violenza, sembra favorire il propagarsi anche di germi endogeni rimasti a lungo nascosti, sotto controllo, nelle nostre società e che, all'improvviso, esplodono. La diversità delle cause di stragi e crimini accresce l'allarme. Sembra davvero che il demone della violenza si sia nuovamente diffuso in Europa». E questo accade «dopo che per molti decenni, dopo la fine della seconda guerra mondiale e la caduta dei regimi autoritari, abbiamo vissuto con l'aspettativa di un futuro sempre migliore». «Certo», prosegue Mattarella, «abbiamo incontrato nel tempo tante difficoltà e violenze. Per restare al nostro Paese basta ricordare la stagione di morte del terrorismo interno e le stragi e i crimini di mafia. Ma sembrava che il clima di pace, di collaborazione e di sicurezza si consolidasse sempre di più. Registriamo che questa prospettiva non è più certa, anzi che è messa in crisi».
Per il capo dello Stato, «l'allarme più alto è naturalmente per la violenza che nasce dalla propaganda terroristica di ispirazione islamista. Il fenomeno più evidente, frequente, efferato. E occorre, per sconfiggerlo, la collaborazione attiva delle comunità religiose islamiche. Ma non vi è soltanto questa violenza, gravissima e allarmante. La violenza è tornata a diffondersi in Europa attraverso strade differenti. Si rischia di entrare in una nuova età dell'ansia. Non si può ignorare o condannare la paura: è uno stato d'animo che merita rispetto. Quel che dobbiamo impedire è che la paura ci vinca. Non possiamo consentire che l'Italia entri nell'età dell'ansia».
La parte politica italiana, il capo dello Stato la lascia alla fine. Ed è una sorta di lezione, da ex giudice della Consulta, di diritto costituzionale: «In queste settimane a proposito della data e del cosiddetto spacchettamento del referendum, ho assistito a discussioni un po' surreali, quasi sulla scia della caccia ai Pokemon. Si è detto che vi sarebbe stato uno spostamento del Referendum. Qualcuno ha anche invitato perentoriamente a comunicarne la data, ma questa non è stabilita per il semplice fatto che non è ancora possibile farlo. La procedura del referendum è regolata dalla legge e l'iter per la fissazione della sua data può essere avviato soltanto dopo che la Cassazione avrà comunicato quali sono le richieste ammesse» e per farlo «ha tempo fino al 15 agosto.
© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino