«Siamo attenti ai predatori di cose ma troppo poco ai predatori di donne»

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LE REAZIONI TRIESTE «Sembra esserci un'autoassoluzione di carattere...

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LE REAZIONI

TRIESTE «Sembra esserci un'autoassoluzione di carattere culturale che allude alla responsabilità della donna: eppure quando ci rubano in casa non ci poniamo il problema di essere stati noi ad agevolare l'ingresso del ladro. Perchè allora nei confronti dei reati dei predatori delle cose siamo così attenti e in quelli verso le donne no? Non ci possono essere atteggiamenti giustificativi. Non ci sono cittadini di serie A e di serie B». Sono parole forti quelle del presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin intervenuto ieri mattina a Trieste all'incontro Madri Coraggiose pensato anche con il coinvolgimento della mamma di Giulio Regeni. «Servono leggi giuste e disincentivanti, questi predatori sono vigliacchi. Usano la violenza per dire devi fare quello che voglio io ma se ci fosse una pena dura e definitiva potrebbero frenarsi. Non devono passarla liscia ha aggiunto non è un reato qualsiasi ma sociale, culturale e umano. La vera sconfitta della politica e della giustizia». Secondo il presidente del Consiglio regionale «dobbiamo fare un passo in avanti per cercare di andare alla radice. È un problema culturale pertanto è necessario che la riflessione parta dalle scuole, dalle istituzioni e deve riguardare le famiglie ma anche mass media e comunicazione». Zanin che alle quattro mamme ha consegnato la medaglia del Consiglio regionale - ha parlato di «fenomeno predatorio nell'uomo che fa il paio con il senso del possesso, innato e favorito da una cultura scarsamente valoriale, edonistica e di supremazia» ma in Friuli Venezia Giulia, anche grazie all'operato della Commissione Pari Opportunità, è stata fatta molta informazione per iniziare a ragionare sulla problematica. L'incontro di ieri ha rappresentato la punta dell'iceberg di un percorso intenso e partecipato rispecchiando «la mission della commissione ha detto in apertura la sua presidente Annamaria Poggioli che è la salvaguardia e la tutela della dignità della donna, declinata con il rispetto al diritto alla vita. Vogliamo dare dei segnali forti contro la piaga sociale inaccettabile del femminicidio: l'80% delle violenze si consuma tra le mura domestiche, nei luoghi degli affetti». «No alle tempeste emotive e ai raptus di gelosia» ha aggiunto ponendo l'accento sul coraggio «che è una miscellanea di audacia, sfida e determinazione. La perdita di un figlio è l'evento più innaturale tanto che non esiste un termine per apostrofarlo ma sono mamme coraggiose anche perchè hanno accettato questo invito: hanno trasformato il loro dolore individuale in collettivo. È un sentire insieme». Infine, un invito a «non demordere, non dobbiamo stancarci di dire no guardando ai giovani». Il governatore Massimiliano Fedriga ha mandato «un abbraccio simbolico alle mamme» con un messaggio. Solidale, invece, l'abbraccio di Paola Deffendi, mamma di Giulio Regeni che in un breve scritto ha voluto focalizzare l'attenzione sulla vicenda di Amal Fathy, moglie del direttore della Commissione egiziana per i diritti e le libertà e consulente della famiglia Regeni.

E.B.
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Il Gazzettino