Si sgombera la palestra del Luzzatto Nessun danno all'impianto sportivo

Si sgombera la palestra del Luzzatto Nessun danno all'impianto sportivo
Sono iniziate le operazioni per il trasferimento dei 50 profughi ospitati alla palestra dell'istituto Luzzatto di Portogruaro. ...

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Sono iniziate le operazioni per il trasferimento dei 50 profughi ospitati alla palestra dell'istituto Luzzatto di Portogruaro.

A confermarlo è stata la stessa cooperativa Solaris che si è occupata in questi mesi della gestione dell'accoglienza. Ieri a Ca' Corner a Venezia, proprio la cooperativa Solaris è stata tenuta sulla graticola dopo le recenti dichiarazioni su un'ipotetica disponibilità di 700 posti. Una circostanza che, però, ieri in sede di dibattito a Venezia è stata accolta con le pinze in attesa di dati certi. «Le indicazioni che abbiamo avuto dalla Prefettura - spiegano i responsabili della cooperativa - sono quelle di trasferire il gruppo di ragazzi che ci sono stati assegnati. Gli altri gruppi dovranno lasciare la palestra nelle prossime ore». Tempo due o tre giorni, la palestra del Luzzatto verrà quindi pulita dalla stessa cooperativa Solaris e restituita all'istituto, dove in questi giorni sono in corso gli esami di idoneità. Già nei giorni scorsi i migranti avevano iniziato a riordinare l'area e a sistemare le loro cose: abiti, coperte e altri oggetti. Incessante è stato anche l'impegno delle associazioni di volontariato, che si sono adoperate per rendere più rapido e meno problematico il trasferimento di queste persone verso alloggi privati e il ritorno della palestra alle normali attività scolastiche. «Il Comitato di coordinamento delle associazioni di volontariato, che in queste settimane ha svolto attività di assistenza sussidiaria ed integrativa a quella della cooperativa, - spiegano i volontari - si è reso disponibile per una ulteriore sistemazione della palestra, che non necessità tuttavia di manutenzioni particolari perché non è stata in alcun modo danneggiata». Nemmeno la delicata pavimentazione in parquet, sulla quale aveva espresso la sua preoccupazioni anche la dirigente dell'istituto Michela Borin, sarebbe stata rovinata. «Verificherò con i miei tecnici - spiega Borin - la situazione. Ho sempre detto fin dall'inizio che la palestra non era poteva essere un luogo idoneo all'accoglienza dei profughi. Nell'emergenza purtroppo non abbiamo chiuso le porte e mi sembra che, grazie all'impegno dei volontari, la permanenza dei profughi sia sta piuttosto tranquilla».

Teresa Infanti

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Il Gazzettino