Shopping urbano a Marghera

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COMMERCIOMESTRE A Marghera apre il cantiere per il Distretto del commercio e intanto la Confcommercio tira le somme delle prime esperienze nei comuni veneziani per lanciare un kit...

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COMMERCIO
MESTRE A Marghera apre il cantiere per il Distretto del commercio e intanto la Confcommercio tira le somme delle prime esperienze nei comuni veneziani per lanciare un kit del buon manager. Per i primi passi del programma del distretto Città giardino diffusa si sono riuniti intorno a un tavolo moltissimi imprenditori di Marghera e Malcontenta. «Diventerà di fatto la terza polarità urbana, dopo l'avvio dei distretti di Mestre centro e Zelarino» spiega Francesco Antonich, vicedirettore Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia. «Il 23 luglio di quest'anno il ministero ha approvato il riconoscimento di notevole interesse pubblico e Marghera è diventata quartiere giardino. Un iter durato oltre 20 anni che ha dato un risultato che potrà rivelarsi fondamentale, sia per il commercio che per il turismo».

FONDI EUROPEI
L'obiettivo è di arrivare entro gennaio alla sottoscrizione del documento e del progetto generale di distretto. Il Comune potrebbe quindi ottenere il riconoscimento da parte della Giunta regionale in tempo per accedere alle risorse dai fondi europei Por Fesr, accessibili nei primi mesi del 2019. Lavorare al kit del buon manager di distretto, presentato ieri agli amministratori veneziani da Antonich insieme a Noemi Simonini, direttore Confcommercio, e Tiziano Minuzzo, coordinatore dell'ente di formazione dell'associazione, è stata anche l'occasione per fare il punto sui cantieri aperti in città metropolitana: 11 distretti per un totale di 19 comuni coinvolti. E se non si nasconde che in alcune realtà il progetto fatichi a decollare (come nel caso di Zelarino e Mestre che pagano la mancanza di risorse economiche) si prende spunto da quelle che vengono definite esperienze di successo, citando per esempio San Donà e Portogruaro. «L'obiettivo - spiega Simonini - è partire da un'esperienza diretta per mettere a disposizione dei manager un kit: una sorta di cassetta degli attrezzi per la gestione di interventi di rigenerazione e riqualificazione urbana e turistica. E tentare poi di renderli replicabili altrove».
APPELLO AI SINDACI

Nel presentare il kit Minuzzo ha lanciato un appello ai sindaci: «Il Comune deve assumere un ruolo di guida e proporre una governance, con una visione a lungo termine. Le amministrazioni devono cominciare a capire la vocazione, l'elemento che rende diverso e vendibile il proprio territorio». Alcuni suggerimenti sono arrivati da sindaci e assessori in sala: «L'esperienza è positiva - commenta Maria Teresa Senatore, sindaco di Portogruaro - stiamo mettendo insieme realtà che prima lavoravano a compartimenti stagni. Ma c'è un problema: non bisogna avere fretta. Se le amministrazioni devono guidare il progetto bisogna tenere conto che i tempi di programmazione del territorio sono molto lunghi». Andrea Cereser, sindaco di San Donà di Piave e Raffaella Gobbi, assessore a Campolongo Maggiore, sottolineano le differenze tra i vari comuni: «Giusto avere una base comune - precisa Cereser - ma dobbiamo analizzare quanto è avvenuto negli ultimi 40 anni, i buchi lasciati da negozi e residenti che se ne sono andati. Noi non abbiamo la bellezza del centro di Portogruaro e i nostri negozi devono fare i conti con una realtà che, a pochi chilometri, vende tutto al 30% in meno. Allo stesso tempo gli studi confermano che per tenere viva la città bisogna allontanare le auto dai centri ma i commercianti non vogliono sentirne parlare». «Se i negozi sono scollegati, lontani - aggiunge Gobbi - è ovvio che i clienti vadano al centro commerciale. Chi non ha un centro invitante, a livello architettonico, deve puntare su altre iniziative».
Margherita Rossi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino