«Prendete quel barbaro Visigoto prima che rientri in Austria», commenta Sgarbi furens. E, per una volta, come dargli torto. Il Presidente della Fondazione Canova chiede una pena...
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«REGOLE ELASTICHE»
«Direi che questo è un falso problema- risponde però Valerio Favero - il tema è piuttosto quello di chiedersi perché c'è sempre la velata percezione che in Italia le regole siano più elastiche». Questo è il motivo per cui dai vertici della Fondazione viene la richiesta di una sanzione che faccia scuola. «Chiedo chiarezza e rigore alle forze dell'ordine e alla magistratura - attacca Sgarbi - individuando con gli strumenti di sicurezza il vandalo incosciente, e non consentendogli di rimanere impunito e di rientrare in patria. Lo sfregio a Canova è inaccettabile». Il sindaco di Possagno sta seguendo da vicino la vicenda insieme alle forze dell'ordine. «Il turista è stato individuato, le telecamere interne a circuito chiuso non lasciano alcun dubbio. Ma la cosa davvero incredibile è che non abbia pensato di denunciare l'accaduto. Ai miei occhi il fatto di allontanarsi lasciando la statua in quelle condizioni è criminale». Quanto alle polemiche del giorno dopo su teche e sensori, il sindaco ribadisce. «Contro gli incivili nessuna misura può veramente tutelare le opere d'arte. Il museo ha tutte le norme di sicurezza necessarie per garantire i nostri capolavori. E noi per primi teniamo allo stato di conservazione delle nostre opere. Inscatolare le sculture del Canova non è la soluzione: il visitatore perderebbe completamente l'emozione delle linee dei giochi di luce. Questo immenso patrimonio deve rimanere fruibile in maniera diretta. È piuttosto necessario far crescere educazione e consapevolezza nel pubblico».
E.F.
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Il Gazzettino