Schieramento di forza pubblica, da un lato, di attivisti dell'assemblea sociale della casa, dall'altro, per due sfratti veneziani. Giornata calda, oggi, tra San Marco e la...
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Una vicenda, quest'ultima, davvero particolare. La casa era stata acquistata da marito e moglie nel 2004, accendendo un mutuo da 170mila euro con la banca. Poi i coniugi si erano separati, erano rimasti indietro con i pagamenti. E la banca, prima ha chiuso il mutuo, chiedendo il rientro dell'intera somma, poi ha messo all'asta la casa, dove viveva la signora con la figlia piccola. «Ho passato momenti terribili - racconta la donna - Se non fossi forte, mi sarei già uccisa. Ho versato 90mila euro alla banca nella speranza che bloccassero la procedura e mi aprissero un altro mutuo». Invece, l'anno scorso la casa è stata venduta on line. «Svenduta, dopo tre ribassi. E ora non so dove andare, insieme a mia figlia». Nessun aiuto, per ora, dal Comune. «Mi hanno risposto che non rientro nell'emergenza abitativa. Prendo 600 euro al mese e ho una figlia a carico, ma chi ci rientra allora?» si chiede la signora.
Oggi si vedrà come finiranno i due sfratti. Ma un incontro tra quelli dell'assemblea e i vertici del Comune dovrebbe comunque essere questione di giorni. Tre settimane fa, durante l'occupazione con relative botte alla vigilessa, gli attivisti avevano chiesto di presentare le loro proposte per recuperare le case sfitte. L'occupazione non ha certo disteso il clima con il commissario. Gli occupanti sono stati denunciati. Ma l'incontro nel merito del problema casa si farà, forse già in settimana.
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Il Gazzettino