SERVIZI ROVIGO Sospese le visite dei familiari agli ospiti delle case di riposo.

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SERVIZI
ROVIGO Sospese le visite dei familiari agli ospiti delle case di riposo. Per due settimane o fino a quando non arriverà un chiarimento sui tamponi ai visitatori. A sottolinearlo, in una nota congiunta, i direttori dei Centri servizi polesani che si sono incontrati per concordare una linea unitaria a fronte di problemi comuni. «Nessuna struttura polesana sarebbe in questo momento in grado di rispettare l'ordinanza regionale di sottoporre a test rapido i familiari in visita, con tutte le conseguenze in caso di contagi sopravvenuti. Dal tenore dell'ordinanza del 17 ottobre e delle indicazioni della Direzione regionale Prevenzione non si può dedurre che i Centri servizi possano scegliere se somministrare o no i test ai familiari», si sottolinea nella nota, nella quale si spiega la richiesta di chiarimento urgente alla Regione e che, «qualora fosse confermata la necessità di eseguire i test rapidi per i visitatori, i Centri servizi polesani non sarebbero in condizione di garantirne l'esecuzione a causa della carenza di personale infermieristico, senza correre il rischio di distogliere il personale dalle attività ordinarie di assistenza: per tali motivi hanno concordato di sospendere le visite agli ospiti da parte dei famigliari indicativamente per le prossime due settimane, in attesa di chiarimenti da parte della Regione».

SINDACATI

Un allarme già lanciato da Cristiano Pavarin della Uil Fpl, ribadito dai direttori nella videconferenza con la direzione dell'Ulss e ieri rimarcata anche da Davide Benazzo e Roberta Denanni della Fp Cgil, che chiedono l'apertura di un tavolo: «Il Prefetto attivi, oltre alle iniziative di confronto succedutesi in questi mesi, un ulteriore tavolo tra Conferenza dei sindaci, direttori delle strutture, Ulss e organizzazioni sindacali in modo da trovare strategie unitarie utili al superamento di queste gravi difficoltà che oltre a rappresentare una crisi sanitaria, se non seriamente affrontate porterebbero all'implosione di queste strutture. Oltre alle oggettive difficoltà per la carenza di personale infermieristico che da troppo tempo denunciamo, la Regione scarica alle strutture la competenza sanitaria dei tamponi ai familiari, che vede le responsabilità, anche di tipo penale nella gestione della pandemia, malgrado siano competenze sanitarie, ricadere sulle strutture, su chi vi lavora e su chi ne è il legale rappresentante».
F.Cam.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino