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ROVIGO Il consigliere comunale del Forum dei cittadini Matteo Masin, che è anche dipendente di Acquevenete, già mezz'ora prima che Acquevenete diffondesse il suo primo comunicato domenica sui problemi di erogazione in nove comuni a partire da Rovigo, aveva spiegato: «Acqua altissima e sporchissima, piena di detriti: in centrale a Boara sono obbligati a pulire continuamente i filtri, per cui la pressione varia. Speriamo passi in fretta la piena».
Per l'ex consigliere comunale Ivaldo Vernelli, invece, il problema sembra inserirsi in un discorso più ampio: «Precauzione, previsione, programmazione. Qualcosa di grave non funziona da anni nella centrale di Boara Polesine. È ora di risolvere. In provincia di Padova e a Badia la potabilizzazione funziona. La coincidenza tra l'ondata di piena dell'Adige e i presunti problemi elettromeccanici è fortemente dubbia. Non si spiega perché non siano entrati in gioco dei processi di feedback capaci di aggirare un banale problema impiantistico. Il mio dubbio è che come l'anno scorso, vi siano nell'acqua dell'Adige elevatissime e inspiegabili concentrazioni di alluminio, ferro e manganese che la centrale di Boara non è in grado di trattare. Un banale certificato dell'Arpav basterebbe a smentirmi. Pubblicatelo. Se ho ragione io, però, allora dovete dire da dove viene la contaminazione. Il sommovimento dei sedimenti è una spiegazione risibile. Io temo invece che si tratti di un enorme smaltimento illecito di fanghi da depurazione».
F.Cam.
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Il Gazzettino