SPRESIANO - (a.belt) Diffondevano materiale coperto da copyright tramite siti collocati in Francia, Olanda, Norvegia e Stati Uniti, dai quali era possibile scaricati illegalmente...
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L'indagine della polizia giudiziaria, coordinata dalla Procura di Torino, ha portato al sequestro di 20 siti internet illegali nei quali venivano offerti contenuti digitali, archiviati all'estero, e scaricati ogni giorno da milioni di persone tramite il noto meccanismo del filesharing. Meccanismo che in Italia, assieme alle altre forme di pirateria digitale, ha calcolato il ministero, provoca ogni anno danni per 1.2 miliardi di euro.I finanzieri del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche, con i quali hanno collaborato anche i colleghi del reparto di Treviso, sono riusciti a individuare un'organizzazione, gestita in concorso dagli 8 indagati, che aveva monopolizzato su scala nazionale il mercato nero della pirateria digitale. «Grazie all'utilizzo di strumentazione professionale e tecnologicamente all'avanguardia - hanno spiegato in una nota gli investigatori - come software di encoding e di rimozione dei DRM degli ebook, erano in grado di decodificare gli audio e i video dei film ed eludere le misure di protezione e salvaguardia del diritto digitale, confezionando prodotti piratati di qualità pari all'originale».
I militari sono risaliti al trevigiano e agli altri presunti complici monitorando i diversi siti internet illegali, riuscendo poi a rintracciare gli indirizzi IP e da questi a risalire agli effettivi gestori dei siti, nei confronti del quale è scattato il sequestro di 12 computer e 30 hard disk e altri supporti informatici. Oltre allo spresianese tra gli indagati c'è un altro veneto, di Montecchio Maggiore, mentre gli altri sono residenti o domiciliati a Torino, Bari, Pescara, Cagliari, Taranto, Latina e Namur, in Belgio.
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Il Gazzettino