(g.pra.) Nessuno lo conosceva per nome, nemmeno gli amici clochard che come lui condividevano la mensa di Betania e quel freddo giaciglio sul marmo della stazione. Semir Gaouen,...
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Semir poco prima della lite mortale aveva parlato anche con Christian, coetaneo di nazionalità tedesca che ieri mattina discuteva arrabbiato con uno dei porter service in stazione. «Hanno ucciso il mio amico - ha detto al portabagagli con le lacrime agli occhi - Bengalesi qui sempre problemi, sempre ubriachi alla sera». Christian racconta di essere alla ricerca di lavoro a Venezia, mentre Semir era un po' stufo di stare in laguna. «Abbiamo bevuto un bicchiere di vino assieme fuori da Betania - racconta Christian - mi aveva detto che oggi voleva partire per la Norvegia perché era stufo di stare a Venezia, e non sarebbe più tornato. Mi aveva chiesto di fare la strada assieme in direzione Santa Lucia ma io dovevo andare dall'altra parte e gli ho detto che lo avrei raggiunto dopo. Invece è stata l'ultima volta che l'ho visto». I commercianti delle bancherelle sulla riva della fondamenta Santa Lucia descrivono la vittima come una persona pacata e sorridente, perfettamente integrata nel contesto veneziano nonostante lo stile di vita all'aria aperta. Anche uno dei giovani porter service bengalesi ricorda positivamente il senzatetto «Si faceva gli affari suoi, era tranquillo e non dava fastidio a nessuno. Una lite, certo, ma non si può uccidere una persona così».
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Il Gazzettino