Séleco, il sindacato al vertice aziendale: aspettative tradite

Séleco, il sindacato al vertice aziendale: aspettative tradite
A TRIESTE«Le aspettative create sul territorio di Pordenone sono state eccessive. È stata compiuta una leggerezza, il dibattito aziendale era ancora in corso». Lo ha ammesso...

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A TRIESTE
«Le aspettative create sul territorio di Pordenone sono state eccessive. È stata compiuta una leggerezza, il dibattito aziendale era ancora in corso». Lo ha ammesso l'amministratore delegato di Séleco Aurelio Latella durante l'audizione in seconda commissione del Consiglio regionale, chiesta da Luca Ciriani (FdI) alla luce degli investimenti che la società ha scelto di fare nel Porto Vecchio di Trieste: «Una doccia fredda ma non siamo qui a fare battaglia di campanili ha esordito il consigliere pordenonese un imprenditore ha la massima libertà di scegliere dove insediarsi ma rimane una responsabilità sociale a fronte di investimenti annunciati che poi non si fanno e di un territorio con delle aspettative» trattandosi di una società fondata nel 1956 a Vallenoncello dove stando agli annunci iniziali sarebbe stata riattivata la produzione impiegando una cinquantina di dipendenti. Latella ha comunque parlato di «opportunità di allargamento verso Pordenone, bacino di know how sugli elettrodomestici di consumo» precisando che «se ci saranno le condizioni di sostenibilità partendo da Trieste, nulla vieta che venga coinvolto il retroterra pordenonese». Ad oggi, tuttavia, le intenzioni dei vertici Séleco restano immutate: la sede amministrativa sarà nel capoluogo giuliano (è prevista l'assunzione di una quindicina di persone che potrebbero aumentare a 50 unità alla fine dell'iter) mentre nel magazzino 5 del Molo Terzo si creeranno gli spazi utili per la ricezione della merce, l'impacchettamento, l'assistenza di ritorno e la distribuzione. In prospettiva vi è anche l'ipotesi di spostare in Friuli Venezia Giulia l'attività di assemblaggio dei semilavorati, che attualmente si svolge in Paesi extra Ue. Al momento sono in corso le trattative con l'Autorità portuale di Trieste, mentre sono in stand-by i contatti con la Regione e con la finanziaria regionale Friulia (con la quale è stato aperto un dossier ma si tratta di un «fascicolo congelato, non in istruttoria» ha riferito il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello). I tempi di insediamento sono stimati in un anno. Sul tema «fiscalità di vantaggio» ha posto l'accento l'assessore alle Attività produttive Bolzonello anche in termini di programma elettorale alla luce della creazione del regime di Punto Franco nel porto giuliano: «Nulla vieta che i punti franchi vengano portati al di fuori del territorio portuale in tutta la regione specie ora che l'autorità portuale si candida a mettere a sistema la logistica regionale». «Il Friuli Venezia Giulia ha detto Latella si trova a poter offrire qualcosa di unico a livello nazionale e internazionale in termini di valore competitivo percepito da chi fa affari».

Prima dell'audizione in Consiglio l'ad Latella aveva incontrato il sindacato dei metalmeccanici di Pordenone oltre a Unindustria: all'incontro era presente anche il vicepresidente Bolzonello. Dopo un primo incontro in primavera la società non aveva più visto il sindacato. «Ci è stato spiegato - hanno detto Maurizio Marcon (Fiom), Gianni Piccinin (Fim) e Roberto Zaami (Uilm) - il motivo dell'investimento su Trieste. Abbiamo sottolineato come si siano create delle aspettative poi disattese. Prendiamo atto che, al di la delle parole su Pordenone ogni progetto è tramontato».
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino