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(...) di uomo forte in grado di garantire qui e in Europa prima gli italiani. Luigi Di Maio, nel consueto scambio di carinerie di questi giorni, ha ricordato che l'Italia ha già avuto uomini soli al comando. Non si riferiva tanto a Matteo Renzi, quanto a Benito Mussolini. In compenso trova nell'arroganza una somiglianza di Salvini anche con Renzi. La strategia del capo dei 5 Stelle è di nuovo mutata. Nell'ultimo mese sembrava spostarsi a sinistra per difendere il proprio elettorato dal Pd di Zingaretti, rientrato anch'esso a sinistra. Negli ultimi giorni Di Maio è tornato su posizioni moderate, sposando una linea cauta sui rapporti finanziari con l'Europa, nel tentativo dichiarato di isolare Salvini: se tutti pensano una cosa e lui pensa il contrario dice - è evidente che sbaglia lui. La novità è che tra i tutti' ci sarebbe anche il M5S. Salvini, al contrario, è orgoglioso di essere isolato. Dice apertamente quel che altri pensano e ha ventilato più volte lo stesso Renzi: sfondare il tetto del 3 per cento tra deficit è prodotto può andar bene a patto di finanziare investimenti per la crescita e non la spesa corrente. E' accaduto più volte in passato alla Francia e alla stessa Germania. Il problema non sarebbero tanto le sanzioni europee, quanto quelle dei Mercati. Ai quali interessa una cosa soltanto: chiarezza nei programmi e stabilità nel governo che deve eseguirli. Quanto sarà stabile questo governo dopo le elezioni della settimana prossima è difficile prevedere , visto che in una sola giornata di questa abbiamo contato quattordici argomenti sui quali i due vice premier la pensano diversamente. Addirittura ieri sera Di Maio ha ventilato per la prima volta un pericolo per la stabilità del governo e lo ha fatto sui provvedimenti per la famiglia. Salvini vuole perciò conquistare il maggior vantaggio possibile sia sui 5 Stelle (per ribaltare i rapporti di forza nella maggioranza) sia su Forza Italia, (per ridimensionarne l'utilità in un nuovo, eventuale centrodestra). Per far questo ha chiamato un referendum su se stesso. Gli è stato detto che l'ha fatto Renzi con risultati disastrosi. Ma c'è una differenza: Renzi aveva confuso il suo ruolo di segretario del Pd con quello di alfiere di un referendum costituzionale. Salvini chiede un referendum squisitamente politico: volete che sia io o Di Maio a guidare il prossimo governo, qualunque esso sia? Alle urne l'ardua sentenza.
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Il Gazzettino