segue dalla prima pagina (...) da parte di dittatori ideologicamente contigui

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(...) da parte di dittatori ideologicamente contigui a questo rivoluzionario in salsa intellettuale. Le responsabilità maggiori tuttavia gravano sulla Francia, che gli ha offerto asilo e assistenza come se fosse un perseguitato. Secondo. Le cose sono cambiate perché sono mutate le condizioni politiche. La vittoria alle presidenziali brasiliane di Jair Bolsonaro ha eliminato alibi ideologici e protezioni giudiziarie, precedentemente offerte contro ogni principio di diritto internazionale dai regimi amici. La Giustizia è, o dovrebbe essere, indipendente dalla forza, ma senza quest'ultima è impotente. Questa volta la forza sta dalla parte della Giustizia: non possiamo, come Orazio, che rallegrarcene. Terzo. Che accadrà ora? Giuridicamente, la questione sembra conclusa. La Bolivia pare intenda decretare l'espulsione del soggetto entrato illegalmente nel Paese e rispedirlo in Italia. Sembra che l'aereo sia già partito. L'unico ostacolo formale può essere determinato dalla differente disciplina delle sanzioni. Se la legge boliviana, o quella brasiliana, non prevedono l'ergastolo, l'Italia deve impegnarsi a convertire la pena da perpetua in detentiva, cioè in trent'anni di carcere. Questo principio è inderogabile, ma è, di fatto, una questione marginale, vista l'età del condannato. Unultima considerazione. Questa vicenda dimostra, ancora una volta, le deficienze dell'Europa. Un'Unione costituita su basi economiche e finanziarie che non riesca a realizzare una omogenea giustizia penale è, manifestamente, un organismo fiacco e azzoppato. La Francia, con presidenti diversi, ha fatto malgoverno del principio di asilo politico, concedendolo a un criminale condannato da una giustizia indipendente e imparziale di un ordinamento democratico. Ma questo originale atteggiamento, che non ha niente a che vedere con la sovranità giurisdizionale di uno Stato e ancor meno con la salvaguardia dei diritti dell'uomo, non è che il prodotto di una legislazione affrettata e imperfetta, che ha voluto costruire un edificio senza criterio, sena progetto, e senza fondamenta. Così come ha introdotto un' unità monetaria senza una comune governante tributaria e giuridica, così ha mantenuto, per i singoli componenti, prerogative esclusive rivelatesi inique e arbitrarie. Per questo negli anni scorsi i reduci intellettuali di Saint Germain des Prés patrocinavano la causa di Battisti; forse domani riprenderanno la tirade in nome di ambigui princìpi umanitari. Noi, al contrario, siamo contenti. E non ci dispiace che la Francia, e con essa parte dell'Europa, debba prendere lezione da un presidente brasiliano di origini italiane.

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Il Gazzettino