segue dalla prima pagina (...) candida lui corro anch'io») Luigi Brugnaro

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segue dalla prima pagina(...) candida lui corro anch'io») Luigi Brugnaro ha consolidato grazie alla forza dei numeri la sua permanenza a Ca' Farsetti, gettando le basi per un...

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(...) candida lui corro anch'io») Luigi Brugnaro ha consolidato grazie alla forza dei numeri la sua permanenza a Ca' Farsetti, gettando le basi per un altro quinquennio da primo cittadino con le redini saldamente in mano di una città complessa come Venezia. Più forte all'interno, garantito all'esterno da un rapporto nel tempo diventato solido con Luca Zaia, il riconfermato sindaco lagunare può, se non altro, affrontare con le spalle coperte da una maggioranza blindata e un seguito elettorale di tutto riguardo (tantopiù in una città storicamente assestata a sinistra) le sfide all'orizzonte. Se essere sindaco in genere implica una buona dose di masochismo da abbinare al protagonismo, a maggior ragione vale in una città particolare come Venezia, uscita barcollante da una serie di mazzate terribili. Basta mischiare le biglie nel cappello per estrarre a caso una questione più complicata dell'altra. Vogliamo parlare del turismo? Nel giro di un anno siamo passati dall'assedio senza regole e senza rispetto al centro storico, al patatrac della principale voce economica della città, dalle calli ingolfate ai ponti deserti di giugno e luglio. Un'occasione per lasciarsi alle spalle la monocultura turistica e i suoi eccessi - dicono in tanti - ma l'impresa è da far tremare le ginocchia perchè c'è una società che deve letteralmente cambiare pelle con una transizione certo non indolore verso essere altro. E Brugnaro dovrà pilotare senza sbandamenti questa fase delicatissima di passaggio dal contenitore Veniceland dentro tutti a centro storico in grado di accogliere turisti consapevoli e responsabili in un numero compatibile con le sue mille fragilità.

Ma dal cilindro potrebbe spuntare anche la problematica della salvaguardia della città, ancora economicamente piegata e psicologicamente impaurita dalla devastazione dell'acqua granda del novembre scorso: una corsa contro il tempo con la determinazione di evitare una nuova notte da tregenda. Eventi - l'alluvione e l'effetto Covid - che hanno azzerato i margini di reddito di tanti residenti, mentre il furioso dibattito sulle grandi navi quest'anno si è concluso con la fuga delle crociere verso Venezia: c'è chi ha brindato, non certamente coloro - e sono migliaia - che vivono lavorando in Marittima e che proprio a Brugnaro si appellano per una soluzione meno traumatica, rispettosa della laguna ma anche dell'occupazione. E basta guardare al di là del ponte per vedere le incognite dello sviluppo di Mestre e del water front, tra scommesse vinte (gli interventi sulla viabilità, il nuovo volto di un'area strategica come quella di via Torino, la riqualificazione di Forte Marghera) e situazioni ancora in bilico a cominciare dalla gestione della sicurezza - malgrado un poderoso sforzo sull'organico della Polizia locale - e della lotta al degrado nelle zone calde della stazione e di via Piave. Se tanti veneziani e mestrini ben consapevoli di queste ed altre situazioni di difficoltà hanno ridato fiducia a Luigi Brugnaro significa che all'evidenza sono convinti che il sindaco uscente stia cambiando in meglio la città e che meriti altri cinque anni per completare il lavoro. Staremo a vedere. Il futuro non aspetta.
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Il Gazzettino