Segregate nella casa squillo

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Era da qualche giorno che i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Rovigo tenevano d'occhio quel condominio di via Gramsci, nel quartiere Commenda. A insospettirli, il grande via via di uomini che era stato notato. Il blitz decisivo è scattato nella giornata di mercoledì.

Quando i militari hanno deciso di procedere al controllo di una cinese di 43 anni che, in base a questa ricostruzione dei fatti, era appena salita in auto. Secondo le contestazioni ha cominciato ben presto a dare segni di nervosismo, così che i militari hanno deciso di approfondire il controllo. Nell'abitacolo della vettura avrebbero trovato una discreta somma di denaro: abbastanza per pensare potesse essere il frutto del pagamento di prestazioni sessuali. La 43enne, secondo gli investigatori, sarebbe colei che gestiva un giro di prostituzione radicato in un appartamento del condominio. È stata tratta in arresto con le ipotesi di reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, oltre che di sequestro di persona. Quest'ultima ipotesi di reato - la cui sostenibilità dovrà però essere vagliata dal sostituto procuratore Monica Bombana - farebbe riferimento al fatto che le due connazionali che secondo questa tesi esercitavano la prostituzione (una 50enne e una 23enne) sarebbero state trovate chiuse a chiave nelle rispettive stanze. A carico della 43enne ci sarebbero poi altri riscontri investigativi, sia telefonici che basati sulle sommarie informazioni raccolte tra i clienti. A questi ultimi non può essere contestato nulla, ma le loro testimonianze sono comunque state importanti per raccogliere elementi che consentono di ritenere che fosse proprio la 43enne a ricevere il denaro per il pagamento del sesso.

Il sostituto procuratore Bombana ha già chiesto la convalida dell'arresto, al giudice per le indagini preliminari. L'udienza potrebbe essere fissata già oggi. Sarà la sede opportuna, se la cinese arrestata e la sua difesa lo riterranno, per fornire una propria ricostruzione dei fatti, eventualmente alternativa a quella dell'accusa.
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Il Gazzettino