Segregata e pestata da marito e suocera

Segregata e pestata da marito e suocera
Per due volte si era gettata dalla finestra per scappare da quella casa dove il marito e la suocera la segregavano e maltrattavano. La prima volta aveva perso il bambino che...

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Per due volte si era gettata dalla finestra per scappare da quella casa dove il marito e la suocera la segregavano e maltrattavano. La prima volta aveva perso il bambino che portava in grembo. La seconda si era fratturata delle vertebre. È una storia terribile di violenza contro una giovane donna dello Sri Lanka, quella ricostruita dalla Procura di Venezia. Ieri marito e suocera, che all'epoca lavoravano come badanti di un anziano veneziano, sono stati rinviati a giudizio dal giudice per l'udienza preliminare Alberto Scaramuzza, come richiesto dal pubblico ministero Massimo Michelozzi. Dovranno rispondere di concorso in maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona. La vittima, oggi 34enne, si è costituita parte offesa con l'avvocato Alessia Sorgato di Milano. La prima udienza è stata fissata per il prossimo 3 luglio.

I fatti risalgono a quattro anni fa. La donna era arrivata a Venezia con il ricongiungimento familiare. Marito e suocera lavoravano come badanti per un novantenne, con casa a Castello. Qui la vita per la giovane donna era diventata, da subito, un inferno. Secondo la ricostruzione dell'accusa, marito e suocera la tenevano chiusa in una stanza, la lasciavano senza mangiare, la bastonavano. A pugni, calci, persino morsi... Disperata, per ben due volte, la donna aveva cercato di scappare dai suoi aguzzini gettandosi dalla finestra di casa e finendo in ospedale. La prima volta era tornata a casa, dove i maltrattamenti erano ripresi peggio di prima. Ma la seconda volta, quando la donna era stata operata per la frattura alla schiena, i sanitari si era insospettiti, avvisando oltre al marito a Venezia anche i fratelli della donna che vivono a Milano. Immediatamente i parenti erano arrivati in laguna e portato via la donna. Mentre per marito e suocera era scattata la denuncia.

In attesa del processo, l'avvocato Sorgato ci tiene a segnalare la «grande solidarietà dimostrata dai veneziani che hanno soccorso questa donna, l'hanno aiutata. Non si sono girati dall'altra parte. Meno male che è successo».
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Il Gazzettino