Sedicenne suicida, era stata la madre a chiamare i finanzieri

Sedicenne suicida, era stata la madre a chiamare i finanzieri
Lui sfuggente, chiuso e orgoglioso come un sedicenne. Lei a tratti dolce più spesso rabbiosa, severa come una mamma. Entrambi in crisi, sembra di vederli. Quanto ha ingoiato, e...

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Lui sfuggente, chiuso e orgoglioso come un sedicenne. Lei a tratti dolce più spesso rabbiosa, severa come una mamma. Entrambi in crisi, sembra di vederli. Quanto ha ingoiato, e gridato, nel silenzio di casa ogni giorno. E forse si è sentita più piccola e impreparata di suo figlio, per chiedere alla fine aiuto, quella sorta di lezione, alla Guardia di Finanza. Ha alzato il tiro, il giovane è caduto in trappola, risucchiato da candore e sensi di colpa. E si è lanciato dal terzo piano, davanti ai finanzieri che perquisivano casa, mentre la madre in lacrime lo rimproverava assieme al compagno. Doveva essere un modo per spaventare quel figlio che non andava bene a scuola, fumava e si era perso in quell'incanto diabolico e struggente che si chiama adolescenza.

Non è stato un caso, il blitz di lunedì a scuola, a Lavagna: le fiamme gialle hanno fermato Giovanni con 10 grammi di hashish dopo che quella stessa mattina, Antonella Riccardi, «la mamma, era venuta da noi in caserma, alle 10,30, perché non sapeva più cosa fare. Aveva provato tante volte a cercare di convincerlo a smettere ma non sapeva più come fare, così abbiamo organizzato il servizio», ha spiegato il comandante provinciale della Guardia di Finanza Renzo Nisi nel giorno in cui si sono svolti i funerali del sedicenne. Ma già i manifesti funebri erano inequivocabili: «Un particolare ringraziamento alla Guardia di Finanza della caserma di Chiavari». Come le parole di Antonella sul sagrato: «Un pensiero particolare va alla Guardia di Finanza che ha saputo ascoltare l'urlo di dolore di una madre che non voleva che il figlio si perdesse nella dipendenza». Dentro Santo Stefano, a Lavagna, levante genovese, davanti a quasi 2mila persone, ancora la madre ha lanciato messaggi accorati, perché altri figli non facciano la fine del suo, tanto desiderato, tanto amato.

«Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che faticare a parlarsi è normale, che andare sempre oltre è normale. Qualcuno vuol soffocarvi» ha detto guardandoli ad uno ad uno. Come aveva provato a fare col figlio. «Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi. Invece di mandarvi faccine su whatsapp, straordinario è avere il coraggio di dire alla ragazza sei bella invece di nascondersi dietro a frasi preconfezionate». A Giovanni ha chiesto perdono. «Perdonami per non essere stata capace di colmare quel vuoto che ti portavi dentro da lontano - così la mamma adottiva - Voglio immaginare che lassù ad accoglierti ci sia la tua prima mamma e come in una staffetta vi passiate il testimone affinché il tuo cuore possa essere colmato in un abbraccio che ti riempia per sempre il cuore». Vicino a lei l'ex marito Marco Bianchi, che il giorno prima aveva detto: «Non sono stato un buon genitore, non ho capito mio figlio».
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Il Gazzettino