Scuole sentinella e test fai-da-te «Conciliamo didattica e salute»

Scuole sentinella e test fai-da-te «Conciliamo didattica e salute»
IL PIANOVENEZIA Dal 21 settembre al 31 gennaio, in Veneto una quota variabile fra l'83,6% e l'89,6% dei contagi ha riguardato persone maggiorenni. Questo significa che, per citare...

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IL PIANO
VENEZIA Dal 21 settembre al 31 gennaio, in Veneto una quota variabile fra l'83,6% e l'89,6% dei contagi ha riguardato persone maggiorenni. Questo significa che, per citare ad esempio i dati epidemiologici della scorsa settimana, dall'inizio dell'anno scolastico poco più di un caso su dieci è in età da asilo o scuola: il 4,2% ha fra 0 e 5 anni, il 5% fra 6 e 10, il 3,2% fra 11 e 13, il 4% fra 14 e 18. Ma non è sempre detto che le infezioni avvengano in aula o nel tragitto. Dal 7 gennaio, infatti, i bambini e ragazzi positivi sono stati 4.358 e i contatti finiti in quarantena 23.235, per un totale di 27.593. Di questi, però, 4.247 frequentano le superiori, cioè quelle che dopo le vacanze di Natale hanno attuato la didattica a distanza, per cui il virus circolava evidentemente altrove. È un po' quello che sta succedendo in Israele, dov'è già stato vaccinato l'80% degli ultrasessantenni, come annotava ieri da Padova l'immunologa Antonella Viola: un picco di Covid tra i giovanissimi, malgrado gli istituti siano chiusi. Partendo da questa situazione epidemiologica, la Regione ha messo a punto un innovativo sistema di monitoraggio che mira a conciliare le lezioni in presenza con la garanzia della sorveglianza: «Abbiamo fatto tesoro delle richieste e delle preoccupazioni arrivate dai genitori», confida Francesca Russo, direttore della Prevenzione, illustrando le tre colonne su cui poggia il progetto.

IL PROTOCOLLO
La prima è costituita dal nuovo protocollo che, a partire da lunedì, verrà attuato nelle classi quando si presenterà un contagio, questa volta già dalla prima elementare («I bimbi più piccoli si sono dimostrati bravissimi», chiosa Russo). In sostanza varranno le regole applicate prima che, a causa dell'impennata epidemica, venisse disposta la quarantena per tutti. Studenti e docenti staranno a casa solo fino all'esecuzione del tampone, che dovrà avvenire entro 72 ore dall'individuazione del primo caso. Se tutti risulteranno negativi, le lezioni continueranno in presenza fino al test del decimo giorno e, a fronte di conferma dello scampato pericolo, l'allarme cesserà definitivamente. Qualora invece emergesse almeno una seconda positività, scatterebbe l'isolamento per tutti.
I 30.000 TAMPONI
Il secondo capitolo è tutto nuovo. In collaborazione con l'Ufficio scolastico regionale e con le Università di Padova e Verona, verranno individuate 15 scuole fra le varie province (una a Belluno e Rovigo, due a Venezia e Vicenza, tre a Padova, Treviso e Verona), che fungeranno da sentinelle del Coronavirus, «un po' come la rete dei medici di famiglia per l'influenza stagionale e il sistema delle trappole per il West Nile». In 7 di queste verrà svolto uno screening iniziale. Successivamente anche le altre saranno testate dalla prima alla quinta classe, ogni settimana una sezione a rotazione, fino a giugno. Per ciascuna provincia, inoltre, sarà selezionata una terza media, in cui verrà sperimentata l'esecuzione del tampone rapido fai-da-te. «Sarà comunque presente un operatore sanitario sottolinea Russo e la partecipazione a questa attività, così come alle altre, avverrà su base volontaria e con il consenso informato e scritto delle famiglie. Per il momento stimiamo l'acquisto di 30.000 test per ragazzi e insegnanti per l'intera operazione, ma valutiamo il coinvolgimento pure del personale ausiliario».
SPRITZ E SHOPPING

Per verificare l'incidenza dei contagi anche al di fuori degli ambienti scolastici, infine, è stata pensata anche una terza iniziativa. In collaborazione con i Comuni, nelle piazze delle principali città saranno reperiti dei locali in cui tamponare i giovani adulti (cioè fino ai 25 anni) all'ora dello spritz o durante lo shopping, in particolare nel fine settimana. «Vogliamo capire se è la scuola a fare da amplificatore spiega il direttore della Prevenzione o se il contagio avviene anche fuori. Tutto questo con la consapevolezza che l'infezione non dipende dal posto, ma dal comportamento, per cui serve responsabilizzazione». I dati dell'intero progetto saranno raccolti in un bollettino settimanale e contribuiranno a ricostruire le catene di contagio.
A.Pe.
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Il Gazzettino