Scuola, tutti bocciati i prof ammessi dal giudice

Scuola, tutti bocciati i prof ammessi dal giudice
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IL CONCORSO
VENEZIA Tutti bocciati allo scritto. Le commissioni del concorso a cattedra della scuola dell'infanzia e della primaria del Veneto hanno fatto strike: nemmeno un candidato delle prove suppletive è stato ammesso all'orale. Si tratta delle prove organizzate ad hoc per tutti coloro che erano stati esclusi dal concorso per l'insegnamento del 2016 e che avevano presentato ricorso al giudice ritenendo di avere i titoli per poter accedere alla selezione. Con la loro azione erano riusciti a farsi ammettere con riserva e quindi avevano diritto anche loro ad aspirare ad un posto da insegnante. Siccome il concorso era già avviato, per i ricorrenti si erano organizzate delle prove suppletive. Per loro i sindacati avevano chiesto le stesse commissioni e le stesse griglie valutative dei colleghi che avevano appena sostenuto il concorso. Un modo per garantire uguali opportunità pure a coloro che avevano presentato ricorso al Tar. In Veneto i ricorrenti ammessi a partecipare alle prove suppletive sono 331, ma in tutta Italia raggiungono quota quattromila. Per tutti questi aspiranti docenti, l'Ufficio scolastico regionale aveva dovuto predisporre delle commissioni giudicatrici per ogni materia. Una vicenda che aveva gravato ancor di più una situazione già complessa con un concorso avviato e in fase di svolgimento. Il bando per il reclutamento dei docenti del 2016 aveva escluso i semplici laureati senza l'abilitazione e anche chi stava conseguendo l'abilitazione, ma ancora non ce l'aveva. Questi avevano fatto ricorso ai giudici i quali avevano loro aperto le porte. Ma solo per poco, perché finora nemmeno un candidato è riuscito a superare le prove scritte e a giungere all'orale.

I risultati sono deludenti in Veneto, come in Sicilia. In entrambe le regioni sono stati tutti respinti. Come dimostrano i risultati della selezione svolta la scorsa primavera, ad un anno di distanza dalle prove ordinarie, che stanno arrivando proprio in questi giorni. Sulla questione è intervenuto l'Anief che, in più occasioni, ha sostenuto il ricorso del personale docente. «Come è possibile che il personale precario già formato all'insegnamento non sia, in blocco, nemmeno in possesso delle conoscenze, capacità e competenze minime per svolgere la professione? - dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - .L'impressione è che si stia realizzando una sottile operazione di contrasto nei confronti di questi docenti».

Raffaella Ianuale
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Il Gazzettino