Il Big Bang, come l'aveva denominato Matteo Renzi, si affloscia e perde un pezzo. Oggi il Consiglio dei ministri non varerà le linee guida della riforma della scuola. Anche su...
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Per Renzi, che aveva promesso di stupire cambiando verso al sistema scolastico, è una fastidiosa battuta d'arresto. Innescata, probabilmente, anche dalla decisione di avocare a sé l'intera trattativa. Una decisione che ha provocato l'irritazione del ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. Tant'è che ieri sera i collaboratori del premier, per archiviare questi dissapori, hanno fatto sapere che «lo staff di palazzo Chigi e il ministro Stefania Giannini sono in contatto continuo sulla riforma».
Cambia l'approccio anche sulla giustizia. Dopo un paio di telefonate con il leader del Ncd, Angelino Alfano, e dopo il colloquio con Napolitano, Renzi ha stemperato il suo decisionismo. Così la riforma che oggi approderà in Consiglio dovrebbe contenere anche alcune norme richieste dal Ncd. Sia riguardo alle intercettazioni, sia riguardo alla responsabilità civile dei magistrati. E in cambio Alfano & C. hanno dato il via libera alle misure per loro indigeste, sulla prescrizione e il ritorno del reato di falso in bilancio. Fumata bianca invece per lo Sblocca-Italia. Dopo un braccio di ferro lungo cinque giorni con Padoan, sono saltati fuori 3-4 miliardi per far partire alcuni cantieri. Ma non sufficienti a rinnovare nel 2015 l'ecobonus per gli interventi di ristrutturazione edilizia volti al risparmio energetico. Rinvio anche per gli altri incentivi sulla casa, compreso forse lo sgravio per chi acquista e poi affitta a canone concordato. Due misure che dovrebbero traslocare nella legge di stabilità.
Quello delle risorse è il problema principale di Renzi. Ed è per questo che da qui a dicembre, il premier darà battaglia sul fronte europeo per ottenere un'interpretazione flessibile dei vincoli europei «in cambio di riforme strutturali». Renzi è sempre più convinto che serva un'«assunzione di responsabilità europea». Per questo, dopo aver visto la copertina del settimanale Economist in cui è ritratto con un gelato in mano insieme ad Angela Merkel, Hollande e Draghi su una barca di carta che sta affondando, il premier ha sorriso amaro: «Il punto non è il cono gelato, la questione è che dalle difficoltà dell'Eurozona se ne esce solo con uno straordinario lavoro di leadership europea».
L'invasione di blindati e soldati russi in Ucraina, hanno poi spinto Renzi a lanciare - durante un colloquio telefonico - un aut aut a Vladimir Putin in qualità di presidente di turno dell'Unione europea: «Siamo di fronte a un'escalation intollerabile». Un aut aut utile a Renzi anche per smentire le simpatie filo-russe di Federica Mogherini, a un passo dall'essere nominata Alto rappresentante della politica estera Ue.
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Il Gazzettino