Scuola di calcio usando il logo dell'Udinese abusivamente

Scuola di calcio usando il logo dell'Udinese abusivamente
IL CASOPORDENONE Una scuola di calcio estivo spendendo marchio, logo dell'Udinese e, di conseguenza, degli sponsor (Dacia, Tim, Alitalia, Tipicamente friulano), della Serie A e...

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IL CASO
PORDENONE Una scuola di calcio estivo spendendo marchio, logo dell'Udinese e, di conseguenza, degli sponsor (Dacia, Tim, Alitalia, Tipicamente friulano), della Serie A e della Uefa-Europe League. Per la vicenda giudiziaria della Soccer school day camp 2012, riservata a ragazzi tra i 7 e 15 anni, era finito a processo per uso senza autorizzazione di marchi e segni distintivi un allenatore toscano che vive a La Spezia, Maurizio Mandato, 37 anni. L'indagine aveva coinvolto anche Massimiliano Ferrigno, all'epoca direttore marketing dell'Udinese, e Claudio Sallusti. Nel loro caso il Pm aveva archiviato entrambe le posizioni, ma ieri il giudice Piera Binotto, accogliendo le richieste del vpo Carlo Anzil, ha condannato Mandato a sei mesi di reclusione, 2.500 euro di multa e trasmesso gli atti al Pm affinchè rivaluti le posizioni di Ferrigno e Mandato, anche se per entrambi il reato è già prescritto.

Nel giugno 2012 Mandato era stato contattato da una società sportiva di Concordia Sagittaria per fare l'allenatore nei campi scuola di calcio. Diede la disponibilità, mise in contatto i club con Ferrigno e Sallusti, poi inviò una mail con le brochure delle precedenti edizioni agli organizzatori dell'iniziativa che doveva tenersi dal 9 al 14 luglio. Un migliaio di brochure furono diffuse per annunciare l'iniziativa. Che non c'era l'autorizzazione dell'Udinese fu la Guardia di finanza ad accertarlo, nel corso di un'indagine partita in Maremma e sviluppata nel Veneziano. L'Udinese disse che non c'entrava con i campus. E il vpo Anzil nella sua requisitoria ieri ha manifestato delle perplessità, ravvisando che sarebbe stato importante chiarire il ruolo di Ferrigno e Sallusti. «Mandato - ha sottolineato il suo legale, Alessandro Civitillo, anticipando il ricorso in appello - era solo disposto a fare l'allenatore, non aveva nulla a che fare con l'organizzazione dell'evento. Trasmettendo gli atti al Pm, il giudice vuole che si chiarisca se tra i tre soggetti vi sia stato un concorso nell'organizzare i corsi all'insaputa dell'Udinese».
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Il Gazzettino