Scontro tra Cgil e Usl per gli straordinari: «I soldi ci sono»

Scontro tra Cgil e Usl per gli straordinari: «I soldi ci sono»
IL BRACCIO DI FERROTREVISO Sale la tensione sul pagamento degli straordinari fatti dai dipendenti dell'Usl della Marca per l'emergenza Covid nei punti vaccinali, nei punti tampone...

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IL BRACCIO DI FERRO
TREVISO Sale la tensione sul pagamento degli straordinari fatti dai dipendenti dell'Usl della Marca per l'emergenza Covid nei punti vaccinali, nei punti tampone e nelle Terapie intensive. Ieri la Fp-Cgil di Treviso ha denunciato la mancanza di fondi per pagare le ore aggiuntive lavorate dagli operatori della sanità a partire dal mese di novembre. Si è arrivati anche a 150 ore di straordinari per dipendente. Per un momento complessivo di 34mila ore. Sulla stessa linea c'è anche il sindacato degli infermieri Nursing Up. Ma a stretto giro di posta è però arrivata la replica dell'azienda sanitaria trevigiana. «C'è stata una discussione, ma è già stata trovata una soluzione alternativa: gli orari aggiuntivi verranno pagati come avevamo detto assicura Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl i soldi ci sono, senza andare a reperire risorse dai fondi contrattuali». La stessa azienda sanitaria fa sapere che si parla di una cifra totale pari a circa 800mila euro. Ma i sindacati restano sulle barricate. E così il confronto è destinato a continuare.

LA SOMMA
Non c'è accordo nemmeno sulla somma complessiva. «L'Usl della Marca ha comunicato ai sindacati di categoria che non ci saranno risorse per pagare l'orario aggiuntivo svolto dai dipendenti impiegati nei punti vaccinali, nei punti tampone e nelle terapie intensive mette in chiaro Marta Casarin, segretaria generale della Fp-Cgil di Treviso una promessa, quella della maggiorazione retributiva, che ora viene meno. Ci troviamo così ad aver erogato prestazioni da novembre a febbraio per circa 1,5 milioni di euro, senza poi pagare chi queste prestazioni nel concreto le ha svolte». Inizialmente era stata avanzata una controproposta. Cioè quella di attingere ai fondi contrattuali destinati a tutto il personale. «Inaccettabile taglia corto Casarin una mossa ingiusta per chi ha dedicato maggiore impegno e disponibilità in questo periodo. Si pensi solo che registriamo una media oraria aggiuntiva per dipendente che va dalle 70 fino addirittura alle 150 ore. Ma anche nei confronti dell'intero organico che si vedrebbe così depauperato di una parte salariale della quale ha pieno diritto».
LA RICHIESTA

La Cgil sottolinea che per i medici non ci sono state simili difficoltà. E chiede l'immediato intervento della Regione. A questo si aggiunge la presa di posizione di Nursing Up. «Siamo stati informati che i soldi derivanti dal fondo regionale promessi al personale per l'emergenza Covid sono finiti dice il segretario Guerrino Silvestrini e la direzione ha proposto l'utilizzo dei fondi del comparto, soldi che il contratto destina a tutti i lavoratori, per saldare il debito». Nel pomeriggio di ieri, però, è stato lo stesso Benazzi a spazzare il campo. «Non abbiamo mai detto che non ci sono i soldi per pagare l'orario aggiuntivo chiarisce abbiamo trovato una soluzione alternativa: quanto promesso verrà pagato con fondi nostri. I soldi ci sono. E non sono quelli dei fondi contrattuali». Intanto sono in tutto 150 i dipendenti dell'Usl (solo personale sanitario) che non si sono ancora vaccinati. «Se non ci sarà un valido motivo, scatteranno sospensione e taglio dello stipendio - conclude Benazzi molti, però, stanno già chiedendo di essere vaccinati» (mf)
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Il Gazzettino