Scongiurata l'alternativa fra due anti-Ue A Bruxelles ora tirano un sospiro di sollievo

Scongiurata l'alternativa fra due anti-Ue A Bruxelles ora tirano un sospiro di sollievo
Lo scenario più temuto era la corsa al secondo turno Le Pen-Mélenchon, due politici radicalmente diversi che però vengono considerati anti-sistema e anti-Ue. Lo scenario...

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Lo scenario più temuto era la corsa al secondo turno Le Pen-Mélenchon, due politici radicalmente diversi che però vengono considerati anti-sistema e anti-Ue. Lo scenario accarezzato era una corsa tra Macron e qualsiasi altro, meglio se il conservatore Fillon, ma comunque una corsa con un forte candidato europeista in buona posizione. Dato che è quest'ultimo lo scenario tracciato dal primo turno delle presidenziali francesi, nei palazzi europei si tira un bel respiro di sollievo.

Non ci sono dichiarazioni formali, a Bruxelles vige sempre la regola che i risultati elettorali degli Stati membri non vengono commentati ufficialmente. Ma c'è comunque aria di «scampato pericolo», indica un alto funzionario delle istituzioni europee. E il motivo è semplice: il contesto del voto francese non appariva favorevole al discorso europeo. Degli undici candidati all'Eliseo al primo turno, otto hanno dichiarato o la volontà di uscire dalla Ue aggiungendo Frexit a Brexit o di tornare alla valuta nazionale o di ridiscutere i termini della partecipazione della Francia all'Unione europea, e dieci hanno una vena euroscettica o almeno eurodubbiosa se si risale anche al modo in cui hanno votato contro il Trattato di Maastricht nel 1992 e al referendum sulla Costituzione europea nel 2005. Il solo candidato che nella campagna per le presidenziali ha parlato positivamente con nettezza, dunque controcorrente, è stato Emmanuel Macron. Sia François Fillon che Benoît Hamon restano beninteso nell'alveo dell'Unione, ma certamente appaiono più critici e parecchio distanti.
La suspense durerà ancora due settimane. I massimi esponenti politici europei, a partire dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, e i responsabili delle istituzioni Ue, da Juncker al presidente Ue Tusk, staranno molto attenti a evitare dirette sponsorizzazioni di Macron all'Eliseo: è meglio non dare l'impressione che si sta formando una coalizione esterna alla Francia per rafforzare l'ex giovane ministro dell'economia francese. Sarebbe come eccitare gratuitamente le posizioni sovraniste così forti in Francia.

Per la domenica del secondo turno si disegna la riedizione di quanto successo quindici anni fa, quando Jacques Chirac ottenne l'82% dei consensi dei francesi al secondo turno battendo sonoramente Jean-Marie Le Pen, padre di Marine. Una vittoria di Macron significherebbe il rafforzamento della diga antipopulista, antieuroscettica e antieurofobica alla vigilia dell'avvio dei negoziati per Brexit e con decisioni decisive quasi immediate da prendere a livello europeo: immigrazione, sicurezza e contrasto del terrorismo, relazioni con Stati Uniti e Russia.
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Il Gazzettino