Una vera sorpresa non lo è ma è comunque una bella scossa di adrenalina per la politica in Germania, vagamente anestetizzata dopo 11 anni di governi di Angela Merkel: Martin...
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A Schulz seguirà dunque ora un popolare. I candidati sono diversi, fra cui il favorito Manfred Weber, capogruppo del Ppe, della Csu bavarese, affiliata della Cdu della Merkel, ma anche l'italiano Antonio Tajani, vicepresidente del Parlamento.
Il rientro in Germania a dieci mesi dalle elezioni solleva la domanda se sarà Schulz, e non il leader Spd Sigmar Gabriel, a guidare il partito socialdemocratico nella sfida alla cancelliera Merkel. Per lui si ipotizza la poltrona di ministro degli Esteri dopo che Frank-Walter Steinmeier sarà eletto Presidente a febbraio. Ma non si esclude neanche un cumulo delle cariche: ministro degli Esteri e sfidante cancelliere se Gabriel non vorrà farlo. L'ultima parola spetta a Gabriel, ma una serie di fattori potrebbero intervenire. Innanzitutto la popolarità del candidato (maggiore quella di Schulz) e le chance di successo per il partito. E poi anche considerazioni di ordine privato: Gabriel, noto per essere impulsivo e umorale, potrebbe non avere voglia di gettarsi in una mischia dall'esito dubbio (la Merkel è data per vincente), tanto più che il richiamo della famiglia a Goslar (Bassa Sassonia), ora che è diventato padre per la terza volta, è molto forte.
Al momento si sa solo che Schulz correrà per un mandato al Bundestag come numero uno sulla lista della Spd del Nord-Reno-Vestfalia. La Frankfurter Allgemeine Zeitung riferiva di recente che Schulz era disposto ad prendere il posto di Steinmeier solo in tandem con la sfida per la Cancelleria. La notizia è stata smentita dagli interessati. Gabriel gli avrebbe solo offerto di andare agli Esteri per gli otto mesi fino alle elezioni a settembre. Poi si vedrà e molto dipenderà anche dall'esito delle urne e dalla coalizione che uscirà dal voto.
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Il Gazzettino