ROMA - Ancora morti sulla rotta che attraversa il Mediterraneo e diversi, anche ieri, gli interventi di soccorso a carrette del mare in difficoltà: quasi mille complessivamente...
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L'imponenza dei numeri degli sbarchi - ben 350 mila solo gli arrivi via mare quest'anno, secondo l'Onu - sull'immigrazione la politica continua a dividersi. Nel giorno della condanna all'Italia da parte della Corte europea per i diritti per aver violato i diritti di 3 immigrati clandestini tunisini nel 2011, il bersaglio di Lega e M5S è il Cara di Mineo. Matteo Salvini reclama la chiusura del centro di accoglienza e riconoscimento più grande d'Europa dopo l'individuazione del presunto assassino dei due coniugi di Palagonia in un immigrato che ne era ospite. E Beppe Grillo lo affianca, attaccando gli esponenti di Ncd (sono dei «negrieri»), il partito del sottosegretario Giuseppe Castiglione, accusato di aver lucrato in termini di consensi sul centro di Mineo. «Il Cara di Mineo va chiuso. È un business da 100 milioni di euro. Ci mancava solo il tagliagole», dice il leader della Lega, ricordando che su quel centro «ci sono inchieste su inchieste, e gli stessi sindaci vicini dicono che è una enclave di illegalità. Io ci tornerò venerdì», annuncia Salvini, che lancia una nuova stoccata al segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, definendolo come «uno da scherzi a parte». E il leader del Carroccio attacca duramente anche l'idea di destinare ventimila abitazioni a chi arriva in Italia dal Nordafrica. «Le case servono per gli italiani in difficoltà che sono tanti», sottolinea, contestando l'approccio del governo rispetto all'emergenza migratoria. «L'immigrato regolare che lavora - ribadisce - è mio fratello: rispetta le mie idee, non attacca il Crocifisso. Il problema è l'immigrazione incasinata alla Renzi-Alfano, alla Mare Nostrum, quella degli alberghi.
Provate a andare in Austria o a Malta e chiedere di entrare perché avete fame, per non parlare di Australia e Usa, anche da italiani...».
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Il Gazzettino