SANTA MARIA DI SALA - (sb) Caso Chiara Pierobon, parla la dottoressa Cristina Basso

SANTA MARIA DI SALA - (sb) Caso Chiara Pierobon, parla la dottoressa Cristina Basso
SANTA MARIA DI SALA - (sb) Caso Chiara Pierobon, parla la dottoressa Cristina Basso che con il professor Gaetano Thiene che dirige il Centro di patologia cardiovascolare...

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SANTA MARIA DI SALA - (sb) Caso Chiara Pierobon, parla la dottoressa Cristina Basso che con il professor Gaetano Thiene che dirige il Centro di patologia cardiovascolare dell'Università di Padova, sta studiando la vicenda della ciclista salese in forza alla Top Girls Fassa Bortolo, morta a 22 anni lo scorso 1. agosto all'ospedale di Ingolstadt in Germania. All'inizio l'ipotesi dell'embolia polmonare «ma spiega - la dottoressa - la causa della morte di questa ragazza sicuramente non è quella di cui si parlava all'inizio per la modalità con cui si è verificata. Qui è stata una cosa improvvisa, immediata senza la possibilità di fare nulla. Ora ci stiamo dando da fare per avere il materiale biologico che hanno prelevato a Monaco in modo da fare una diagnosi. Il significato di questi accertamenti è di evitare altre morti, quando uno muore a 20 anni non muore per spavento, per paura o per caso, nel 40/50 per cento dei casi sono malattie ereditarie, trasmissibili. Chiara aveva un fratello, dei genitori e dei parenti, quindi si impone, per prima cosa, di capire la causa e secondo, se è malattia ereditaria si impone di prevenire e curare le persone che possono essere portatrici. Non si muore per forza di queste malattie, si possono trattare se riconosciute in tempo e questo è il nostro scopo».

La dottoressa comunque rammenta come la famiglia di Chiara sia stata fin da subito disponibile a questi accertamenti utili per la ricerca. «L'autopsia fatta in Germania comunque - continua la Basso - era puramente medico - legale,per vedere se c'erano ipotesi di reato, se era successo qualcosa o se c'erano sostanze; stabilito che non c'era niente di tutto ciò, per loro il caso è chiuso, per noi comincia qui perché è una morte naturale. L'arresto cardiaco a fibrillazione ventricolare è il meccanismo, noi dobbiamo capire cosa l'ha innescato. Ecco perché andremo a rivedere tutti gli esami fatti dalla ragazza per capire perché questi non ci hanno detto se lei era portatrice o meno di una qualche malattia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino