TREVISO - (P. Cal.) La parola d'ordine a Cà Sugana è «andare avanti». Le nubi che si addensano sul caso Goldin preoccupano ma non spaventano. Nella sostanza non cambia...
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Questi i desideri. Poi ci sono i problemi. E l'ultimo riguarda i malumori di Goldin a dir poco scottato dall'accoglienza ricevuta non dalla sua mostra ma solo dal suo semplice annuncio. Nessuno, a parte il sindaco, ne conosce i particolari e già la schiera di chi dice «no» senza avere nulla in mano si allarga. Goldin sta seriamente pensando se vale veramente la pena continuare su questa strada e con questo clima. Lo ha detto chiaramente. E le rassicurazioni ricevute dal sindaco, che ha condannato i contestatori e ribadito la volontà di andare avanti, lo hanno convinto fino a un certo punto.
E poi ci sono le richieste arrivate negli ultimi giorni. Prima quella di placare le polemiche per garantire un clima più sereno dove lavorare. Poi la questione della penale da tre milioni di euro. Una pretesa che ha creato un grande trambusto, che ha preso alla sprovvista qualcuno, ma che è una sorta di prassi. A Manildo, da quanto trapela, non è piaciuta anche perché sarebbe legata alla possibilità che la mostra salti non solo nel caso in cui i lavori di Santa Caterina non dovessero finire in tempo ma anche per le spaccature nella maggioranza. Lui la ritiene superflua perché, a Cà Sugana, nessuno mette in dubbio che la mostra si debba fare. Anzi, ne sono tutti convinti. Nella giunta ombre, su questo punto, non ce ne sono. Manildo poi è in una posizione complicata. Non è il Comune a dover garantire questo paracadute da tre milioni di euro ma il Consorzio Marcatreviso che è il soggetto che dovrà firmare la convenzione. Quindi l'opera del sindaco è quella di mediatore. E le difficoltà non sono poche. (((caliap))) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino