SANITÀ VENEZIA Impugnata al Tar la delibera della Regione Veneto sulla formazione

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SANITÀVENEZIA Impugnata al Tar la delibera della Regione Veneto sulla formazione delle professioni sanitarie che devono avere competenze avanzate. Si tratta di quei...

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SANITÀ
VENEZIA Impugnata al Tar la delibera della Regione Veneto sulla formazione delle professioni sanitarie che devono avere competenze avanzate. Si tratta di quei professionisti, soprattutto infermieri, che devono conseguire una specifica formazione per lavorare in sala operatoria, in rianimazione, per introdurre cateteri venosi o fare assistenza in endoscopia. Figure di cui la sanità veneta ha bisogno e per le quali la Regione ha previsto un pacchetto di trecento ore di formazione come previsto nella delibera 1580 del 29 ottobre scorso.

LE CONTESTAZIONI
Una scelta contestata da Cimo veneto che ha impugnato la delibera considerandola in contrasto con la normativa di legge nazionale. «La normativa nazionale - spiega Giovanni Leoni, segretario veneto del sindacato dei medici - prevede le competenze avanzate solo per i laureati che abbiano conseguito, con frequenza ad appositi master perlomeno annuali, la qualifica di specialista». Secondo il sindacato, inoltre la deliberazione della Regione Veneto «pare essere volutamente ambigua in ordine ai compiti da affidare a tali professionisti che potrebbero così sovrapporsi a quelli già previsti per la professione medica».
Cimo ritiene «nell'interesse della categoria e nell'interesse della cura dei pazienti» che tali ruoli devono essere attribuiti «a chi abbia avuto una adeguata formazione». E i corsi regionali non ne avrebbero i requisiti. «Un'attività formativa di trecento ore - conclude Leoni - non è paragonabile a quella impartita nei corsi universitari che si sviluppano su millecinquecento ore». Secondo il sindacato, infine, essendo tali corsi al di fuori della formazione universitaria vanno a invadere «la competenza statale nell'ambito della regolamentazione delle professioni, creano un percorso regionale che non avrebbe riconoscimento, in difetto di specifica normativa, nel resto del territorio nazionale».
PRIMATO VENETO

Il ricorso arriva proprio in concomitanza con la diffusione della nuova griglia Lea (Livelli essenziali di assistenza) che dà il Veneto al primo posto in Italia nella classifica delle Regioni che assicurano le migliori cure ai cittadini. Risultati raggiungi attraverso la valutazione di 33 indicatori, dai ricoveri agli screening, relativa al 2018 e che verrà pubblicata dal ministero della Salute. Il commento di Luca Zaia: «Le scelte organizzative fatte e i continui investimenti in tecnologia hanno premiato».
r.ian.
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Il Gazzettino