SANITÀ VENEZIA «Comunicate le dimissioni, scemano i servizi dell'ospedale.

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SANITÀVENEZIA «Comunicate le dimissioni, scemano i servizi dell'ospedale. I pazienti, in balia di se stessi». O meglio,...

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SANITÀ
VENEZIA «Comunicate le dimissioni, scemano i servizi dell'ospedale. I pazienti, in balia di se stessi».

O meglio, questo rileva il Movimento per la difesa della sanità pubblica veneziana, riunitosi ieri in campo Santi Giovanni e Paolo a seguito del decesso di Fabiana Carone. La cinquantaduenne del Lido, ricoverata il 13 gennaio dopo uno svenimento, accertate le condizioni di salute viene rilasciata dal Pronto soccorso della struttura all'una e mezza di notte. Raggiunge a piedi San Zaccaria e la sua abitazione in vaporetto e autobus. Il pomeriggio successivo, arriva la seconda sincope fatale. «Rilasciare i pazienti senza i dovuti accorgimenti è una mancanza di responsabilità tuona Salvatore Lihard, Cgil ed ex lavoratore nell'ambito sanitario sono troppi i disagi legati alle specificità della laguna trasporti su tutti - e che i servizi ospedalieri non coprono adeguatamente». Con una lista di suggerimenti il movimento si rivolge al direttore generale della Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben. «Per conoscenza anche al presidente regionale Luca Zaia, all'assessora alla Sanità e politiche sociali, Manuela Lanzarin, al sindaco di Venezia e all'amministratore della cooperativa Ducale motoscafi precisa Lihard - con delle proposte per dimissioni protette dal Pronto soccorso dell'ospedale Civile durante l'orario notturno». Le richieste riguardano principalmente il problema dei mezzi di trasporto pubblico, assenti nelle fasce orarie notturne specie per gli abitanti delle isole, e la qualità del monitoraggio dei pazienti fino al momento del rilascio. «Chiediamo una convenzione tra Ulss 3, Comune e Società taxi su tariffe agevolate per dimessi e accompagnatori o familiari dall'1 luglio 2021 precisa l'esponente Cgil, ricordando il decreto Milleproroghe che fino ad allora dimezzerebbe già la tariffa per portatori di handicap e persone con impedimenti fisici - una sala d'attesa di osservazione breve intensiva ove monitorare chi non possa tornare a casa in sicurezza e autonomamente, e aggiunge la pubblicizzazione di queste possibilità offerte da parte di infermieri e locandine».
Tutti elementi che, nella ricostruzione di quanto capitato alla signora Carone esposta da Lihard, sono stati valutati approssimativamente. «Quattro ore di pronto soccorso, un congedo privo di ambulanza all'una di notte passata - l'ultimo vaporetto parte prima delle 21 in tasca né portafoglio né documenti, la paziente in ciabatte e abiti da casa, ha raggiunto casa a piedi. Al Lido aggiunge - nemmeno un taxista disposto a saldare l'indomani il pagamento».
Di contro, la replica dell'Ulss 3 sottolinea come «sia già possibile, anche dopo la dimissione, tornare a casa in ambulanza, gratuitamente se non si deambula, rimanere in osservazione al Pronto soccorso se si attendono nuove visite in mattinata così come conclude la nota dell'Ospedale uno spazio dove anche i dimessi possano trattenersi la notte».

Costanza Francesconi
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Il Gazzettino