Sanità, la rivoluzione di primavera

Sanità, la rivoluzione di primavera
Un anno di slittamento, ma ora si parte davvero. Entro giugno apriranno le prime strutture intermedie: ospedali di comunità e unità riabilitative territoriali, nuovi posti...

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Un anno di slittamento, ma ora si parte davvero. Entro giugno apriranno le prime strutture intermedie: ospedali di comunità e unità riabilitative territoriali, nuovi posti letto pensati per accogliere i pazienti dopo la fase acuta. Mentre per fine anno tutti i medici di base dovranno operare all'interno delle medicine di gruppo integrate, nuovi poli sanitari aperti 24 ore su 24. Nel frattempo i quattro distretti diventeranno due: già il mese prossimo toccherà a quello di Venezia e isole, a giugno a quello di terraferma.

É l'annunciata rivoluzione della sanità, quella che dovrà ricalibrare il peso degli ospedali a favore dei servizi territoriali, disegnata dalla Regione con le schede del 2013. Per Venezia comporterà una sostanziale riduzione dei posti letto ospedalieri: oltre un'ottantina, quasi tutti al Civile. Giusto un anno fa l'Ulss 12 aveva licenziato il suo piano aziendale, con la scaletta delle iniziative per dare attuazione alle indicazioni regionali. Ultimo atto proprio la dismissione dei posti letti ospedalieri, attutita da un ulteriore potenziamento delle strutture territoriali. Comunque un modello nuovo, tutto da provare.
Direttore generale, Giuseppe Dal Ben, che tempi si prevedono per la realizzazione del piano?
«Il piano è una realtà progettuale articolata, che prevede l'attuazione di diverse azioni. Procede secondo il cronoprogramma redatto e approvato insieme al piano stesso: prevediamo quindi che entro giugno vedremo aperti i primi ospedali di comunità e le prime unità riabilitative territoriali».
Quali strutture partiranno per prime?
«Non si parte da zero, perché il primo nucleo di questi posti letto viene dalla riconversione di 40 posti letto di residenze sanitarie distrettuali o di degenza intermedia. Possiamo comunque dire che a Mestre sono pronte le strutture al Centro Nazareth, a Zelarino, e a Villa Salus sul Terraglio per un totale di 54 posti letto. A Venezia apriranno gli ospedali di comunità del Civile, con 20 posti letto, e del San Camillo, con altri 11 posti letto. In altri luoghi – al Lido, a Quarto d'Altino e al Cavallino – si lavora sulle strutture».
I tempi sono slittati di circa un anno. Perché?
«Alla fine dello scorso anno la Regione ha definito le regole nuove per l'accreditamento dei vari ospedali di comunità, con nuove prescrizioni. Il passaggio ha comportato nuove verifiche e nuove pratiche, ma garantirà standard elevati al servizio dell'utenza.
L'altra riforma attesa è quella delle medicine di gruppo integrate. Quando diventeranno operative?
«La delibera regionale 953/2013 prevede che entro il 2015 i medici di base, o meglio i medici di medicina generale, debbono tutti operare dentro le medicine di gruppo integrate, che saranno centri di cura sul territorio aperti h24, con la presenza di specialisti diversi, pediatri, infermieri, guardia medica. Le Mgi costituiranno dei poli completi e riconoscibili per le cure primarie, e saranno così il punto di riferimento primo per i cittadini. Nella nostra Ulss peraltro i medici operano già nella forma di medicine di gruppo, che diventeranno medicine di gruppo integrate appena sarà approvato il contratto di esercizio tra la Regione e le associazioni professionali dei medici. Un esempio importante di aggregazioni di medici su questo stile, per quanto riguarda la città storica, è già operativo all'ex Giustinian».
I medici di base sono stati preparati per il nuovo ruolo che avranno in questa riorganizzazione dell'assistenza sanitaria?
«Non si tratta per i medici di prepararsi ad un ruolo nuovo, quanto piuttosto di riorganizzare il loro lavoro su basi diverse. E questa riorganizzazione del lavoro andrà anche a loro vantaggio, specie sul piano organizzativo. Quel che più conta, poi, è che la nuova strutturazione va a vantaggio degli utenti, e questo è l'obiettivo comune di chi lavora nella sanità».
A quando slitta la chiusura dei posti letto ospedalieri del Civile?

«Il piano prevede che la soppressione dei posti letto tradizionali avvenga solo dopo l'istituzione delle strutture intermedie che li sostituiranno, come gli ospedali di comunità e come le unità riabilitative territoriali, dedicate a quei pazienti stabilizzati dal punto di vista medico, e che dopo la degenza in ospedale hanno ancora bisogno di assistenza particolare. Tutti si lega, e la soppressione dei posti letto seguirà la realizzazione delle strutture intermedie. Gli utenti dell'Ulss 12 sanno che la riorganizzazione in corso non intende penalizzarli, ma anzi sta costruendo per loro servizi e cure più appropriati e funzionali».
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Il Gazzettino