«San Michele, segno di rinascita»

«San Michele, segno di rinascita»
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LA FESTA
MESTRE Al mattino la cerimonia dell'alzabandiera, verso sera la messa solenne in duomo. Si è rinnovata ieri la festa di San Michele arcangelo, simbolo della lotta contro il male, patrono di Mestre e della Polizia, nel consueto connubio tra dimensione civile e religiosa. «Una doppia ricorrenza che ci invita all'unità per costruire insieme, con scelte concrete, il futuro dei nostri giovani», ha twittato dalla Calabria il sindaco Luigi Brugnaro impegnato nella campagna elettorale per lo sprint delle Regionali. È stata la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, a rappresentarlo mentre il Tricolore veniva issato sul pennone di piazza Ferretto, sulle note dell'inno di Mameli, presenti le autorità civili e militari e i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d'arma, sotto un bel sole. Nel pomeriggio, sempre in piazza, la Questura ha organizzato uno stand per mostrare al pubblico le auto, le moto e gli acquascooter impiegati nel lavoro di controllo del territorio, con gli agenti che hanno spiegato ai passanti le attività e l'impegno profuso ogni giorno.

CERIMONIA IN DUOMO
Quindi è giunto il momento della celebrazione eucaristica, presieduta dal patriarca Francesco Moraglia nel duomo che sabato scorso aveva già ospitato il concerto per San Michele. «Riflettiamo sulla nostra storia segnata dal drammatico scontro tra bene e male», è stato l'invito del patriarca che ha spiegato: «Il bene, anche quando sembra sconfitto, ha una sua forza, contagia ed è fecondo; anche quando sembra inutile, in realtà, vince e sconfigge il male». E ha aggiunto: «Compiere il bene sempre, mettere da parte ogni male, vivere in pace con tutti, vincere il male con il bene: è la consegna che l'arcangelo Michele, in lotta contro il grande drago e posto a difesa come custode e patrono della città di Mestre, lascia a tutti noi oggi» (concetto, quello di San Michele patrono di Mestre, ripetuto tre volte nell'omelia, quasi a chiudere la sacra disputa sui santi che si era aperta nei giorni scorsi con San Lorenzo e San Girolamo).

Moraglia ha portato ad esempio due figure: Massimiliano Kolbe, che scelse di morire ad Auschwitz al posto di un padre di famiglia; e Giuseppe Taliercio, il direttore del petrolchimico di Porto Marghera vittima 40 anni fa esatti delle brigate rosse. «Una settimana fa abbiamo inaugurato, qui a Mestre, una casa famiglia che potrà ospitare donne fragili e in difficoltà, con i loro figli, e si è voluto mantenere l'intitolazione originaria della struttura che era dedicata a Taliercio ha affermato Anche questa figura di testimone e martire del nostro tempo ci dice come dei semi di bene, di misericordia e di perdono possono emergere e generare frutti, anche a distanza di anni, laddove invece sembrava imperare la sopraffazione, la violenza, l'ideologia, il male e la morte. Sarà la testimonianza di Antonio Savasta (il suo assassino, ndr) a dire quanto colpì l'atteggiamento di questo uomo, di questo cristiano, nei momenti più drammatici del sequestro e fino alla sua spietata esecuzione». Moraglia ha rivolto anche «un saluto speciale alle donne e agli uomini della Polizia di Stato che celebrano oggi la festa del loro santo patrono. A voi va la nostra riconoscenza per l'opera che quotidianamente svolgete con cura e professionalità, in tutti gli ambiti di quest'area metropolitana e lungo le nostre strade, talora anche a rischio della vita, per garantire ordine e sicurezza a tutti noi».
Alvise Sperandio
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Il Gazzettino