SAN MARCOVENEZIA L'emergenza coronavirus ferma anche la Procuratoria di San Marco. Ieri, alla presenza delle organizzazioni sindacali, è stato siglato accordo sulla Cassa...
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VENEZIA L'emergenza coronavirus ferma anche la Procuratoria di San Marco. Ieri, alla presenza delle organizzazioni sindacali, è stato siglato accordo sulla Cassa integrazione per 53 lavoratori dell'ente: restauratori, mosaicisti, manutentori, elettricista, addetti alle vendite, custodi, addetti al culto che, per nove settimane, riceveranno il sostegno al reddito come previsto dl Decreto 18 Cura Italia. Restano in servizio, invece, due addetti alla custodia e al culto della Basilica. A dare comunicazione dell'avvenuto accordo è stato ieri un comunicato diramato dalla Cgil Funzione pubblica di Venezia, nel quale viene precisato che, prima della sospensione saranno utilizzate le forme previste dal decreto stesso, ossia congedi per chi beneficia della Legge 104/92, utilizzo delle ferie pregresse, delle ore accantonate nella Banca ore e ci sarà anche l'attivazione di due postazioni di Lavoro Agile, meglio conosciuto come smart working.
«La Fp Cgil ha chiesto che sia prevista, come già avviene in molte realtà, l'anticipazione dell'assegno ordinario e di prevedere l' integrazione della quota mancante per salvaguardare il salario dei lavoratori - spiega Cristina Bastianello della segreteria provinciale del sindacato - Pur nella emergenza, auspichiamo che questa nostra richiesta sia accolta, perché siamo consapevoli che i lavoratori hanno diritto ad avere la tutela e la salvaguardia del proprio salario». «Nella storia della Basilica una cosa del genere non si era mai verificata - commenta sconsolato il primo procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin - La cassa integrazione è stata una scelta obbligata. Sono molto preoccupato perché le uniche entrate della Basilica arrivano dai turisti e nessun è in grado di prevedere cosa succederà nei prossimi mesi. Una situazione di grande incertezza che riguarda tutta la città di Venezia, che già aveva subito un duro colpo dall'acqua alta dello scorso novembre. In ogni caso siamo pronti a fare i salti mortali per tutelare i nostri collaboratori».
G.A.
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Il Gazzettino