Salvini: Lega da sola Con Berlusconi non faccio frittate

Salvini: Lega da sola Con Berlusconi non faccio frittate
Nessun accordo tra Lega e Forza Italia, almeno per ora. «Non faccio frittate e marmellate, con Berlusconi non c'è ad oggi un accordo sul piano politico nazionale perché a...

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Nessun accordo tra Lega e Forza Italia, almeno per ora. «Non faccio frittate e marmellate, con Berlusconi non c'è ad oggi un accordo sul piano politico nazionale perché a Bruxelles sediamo su banchi diversi: lui difende l'euro che noi riteniamo una moneta sbagliata, lui è insieme alla Merkel, noi alla Le Pen. Abbiamo una visione di Italia e di Europa completamente diversa. Se si votasse domani andremo da soli». In vista della manifestazione a Roma che la Lega sta organizzando per domani per lanciare la sua leadership sull'intero centrodestra, il capo del Carroccio, Matteo Salvini, frena su un nuovo accordo con gli azzurri mentre sono in corso trattative sulle alleanze per le Regionali, in particolare in Veneto.

A Salvini ha replicato Giovanni Toti, consigliere politico del Cavaliere, che oggi è a Padova proprio per indicare la strategia elettorale del suo partito e rimarcare il ruolo fondamentale del Veneto: «Forza Italia deve cercare di costruire una coalizione di centrodestra larga e vincente, ma non siamo disposti ad essere presi in giro». E mette sull'avviso Salvini: «Una mancata alleanza in Veneto metterebbe in discussione anche l'esperienza della Lombardia». E non solo. «Se uno cerca in politica solamente un'affermazione di narcisismo individuale o di narcisismo di partito finisce per condannarsi da solo all'emarginazione».
È evidente che il partito di Berlusconi di fatto "consiglia" a Salvini di risolversi i problemi che ha in casa sua, dove continua il braccio di ferro con il sindaco Flavio Tosi. Il "lumbard" è consapevole che il dualismo sull'asse lombardo-veneto sta terremotando il Carroccio. E ieri, al termine di una giornata che qualcuno accreditava come il tempo delle trattative, ha ripetuto parola per parola lo stesso principio affermato mercoledì: «Luca Zaia è il nostro candidato a governatore del Veneto, chi si mette contro Zaia danneggia il partito quindi si può accomodare fuori. Non permetterò che nessuno all'interno della Lega danneggi o disturbi il lavoro di Zaia». E le parole di Salvini vengono interpretate come la conferma che, se anche trattativa ci fosse davvero stata, evidentemente l'accordo non s'è trovato e le posizioni di Tosi restano «dannose per la Lega» nella visione del segretario federale.
Una risposta più compiuta potrebbe arrivare domani a Roma dove il popolo leghista è chiamato per la manifestazione contro il governo Renzi.
L'uscita di Salvini ha ovviamente scatenato le reazioni degli attuali alleati al governo della Regione. Marco Marin, coordinatore veneto di Fi: «Il nostro senso di responsabilità non è infinito». L'avvertimento è chiaro, ma, almeno per ora, non ne consegue una decisione certa sul da farsi. Marin ricorda a Salvini qual è la "missione" del centrodestra: «Noi di Fi vogliamo davvero battere Renzi e la sinistra, iniziando dal voto delle regionali». E se il padano non ci sente? «Per ora diciamo che la competizione interna deve essere leale. Siamo pronti a rilanciare l'azione nel recinto del centrodestra e non sul fronte del populismo estremo».

Stessa "musica" nel partito che Salvini (ma non Tosi) vuole mettere fuori da alleanze. «Perché meravigliarsi delle parole di Salvini? Anche ieri ha detto cose che ripete da mesi». Marino Zorzato, coordinatore veneto di Ncd e vice del governatore Luca Zaia, preferisce aprire la porta a Forza Italia invitando a non perdersi sulla strada del "lumbard". «Con gli azzurri abbiamo la stessa matrice - spiega - Certo, in Europa siamo nello stesso gruppo mentre in Italia siamo su fronti diversi». Ma ciò non toglie, aggiunge Clodovaldo Ruffato, presidente del consiglio regionale anche lui di Ncd, «che il nostro obiettivo è quello di creare con Forza Italia un partito che coaguli l'area moderata del centrodestra...». Addio alla Lega? «Lo abbiamo già detto: impossibile coesistere con chi vuole fare del suo un partito di destra».
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Il Gazzettino