SALUTE UDINE Mentre il Veneto registra il primo caso di west Nile Virus di questa

SALUTE UDINE Mentre il Veneto registra il primo caso di west Nile Virus di questa
SALUTEUDINE Mentre il Veneto registra il primo caso di west Nile Virus di questa stagione un padovano di 79 anni - in Friuli Venezia Giulia siamo ancora a quota zero, ma la...

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SALUTE
UDINE Mentre il Veneto registra il primo caso di west Nile Virus di questa stagione un padovano di 79 anni - in Friuli Venezia Giulia siamo ancora a quota zero, ma la guardia resta alta. Nel 2018 a luglio era stato registrato il primo caso autoctono, a Udine, un giovane trentenne ricoverato con una meningite e una paralisi del nervo facciale. Ad oggi, all'istituto di igiene di Trieste, diretto dal professor Pierlanfranco D'Agaro, sono arrivati i primi campioni da analizzare per casi sospetti, pochi campioni e tutti negativi - conferma D'Agaro lo scorso anno a luglio i campioni pervenuti erano superiori, 14 in tutto, ma anche in quel caso nessuno positivo. Diversi, come spiega il professore, i fattori che possono influire sull'andamento del virus e su ritardo con cui pare si presenterà quest'anno. Considerando che gli uccelli selvatici (che fungono da vettori) dello scorso anno sono già immuni, solo le nuove covate sarebbero suscettibili. Così come cambiano le stagioni, anche le migrazioni dei volatili possono subire cambiamenti e l'estate quest'anno è arrivata praticamente a fine giugno, dopo una primavera decisamente fredda.

L'ESPERTO

Comunque precisa D'Agaro il West Nile cambia di anno in anno un po' come il virus influenzale, dov'è impossibile fare previsioni e la circolazione è anche legata a fenomeni di immunità nel serbatoio, ovvero i volatili selvatici. A questo, poi, si aggiunga l'impegno preventivo degli enti pubblici che può aver contribuito a contenere il rischio. Per questa stagione, infatti, sono stati triplicati i finanziamenti regionali ai Comuni per la prevenzione della trasmissione del virus, passando da 100mila a 300mila euro, ai quali si aggiungono 250 mila euro per la lotta alle zanzare e alle termiti e per le operazioni di derattizzazione e che, a discrezione delle amministrazioni comunali, possono essere utilizzati anche per rafforzare i trattamenti anti zanzara. Secondo il Piano nazionale, in presenza di circolazione virale in particolari siti ritenuti sensibili, come ospedali, strutture residenziali protette, aree ricreative e parchi pubblici, oppure in occasione di eventi sociali all'aperto, come fiere o sagre, che si svolgano tra il crepuscolo e la notte, è necessario valutare l'applicazione di un intervento mirato di disinfestazione con adulticidi. E, a parità di efficacia, devono essere scelti i principi attivi con il migliore profilo tossicologico. Inoltre, quest'anno l'inizio della sorveglianza è stato anticipato al mese di maggio e andrà avanti fino a novembre. L'attenzione, insomma, è alta, dato che tutte le quattro province del Fvg sono classificate ad alto rischio di trasmissione del virus all'interno del Piano nazionale integrato di prevenzione, sorveglianza e risposta ai virus West Nile e Usutu 2019. Contestualmente alla sorveglianza, dal primo maggio al 30 novembre attenzionati speciali sono i donatori di sangue. Nel vicino Veneto, il primo caso padovano ha già fatto scattare le misure di prevenzione, mentre in Fvg non ci sono casi positivi nemmeno tra i donatori. Le precauzioni sono le stesse adottate lo scorso anno, un test eseguito sui donatori che abbiano trascorso almeno una notte nelle aree a rischio per infezione da virus, in alternativa al provvedimento di sospensione temporanea che prevede un'esclusione dalle donazioni per 28 giorni. L'uso del test viene raccomandato proprio per garantire l'autosufficienza di emocomponenti nel periodo estivo. Nel caso in cui, invece, un donatore venga trovato positivo, sarà sospeso da donazioni per 90 giorni e la sacca di sangue donata sarà eliminata.
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino