TREVISO - (P. Cal.) Da una parte la qualità della mostra, dall'altra una città pronta ad accoglierla anche a costo di fare qualche sacrificio. Questi i due elementi alla base...
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La mostra è, da questo punto di vista, un'opportunità da non sprecare. E infatti Goldin sottolinea: «Credo che la città sia pronta. Mi pare che le categorie economiche abbiano fatto le cose per bene e per tempo. La città non solo aspetta questo evento, ma si è anche preparata al meglio». E poi i due ingredienti essenziali: «La cosa fondamentale è che ci sia una mostra di grande qualità, solo così può venire tanta gente. E quando il visitatore esce dal museo è importante che trovi dei servizi: dai ristoranti disponibili ai negozi possibilmente aperti anche la domenica. Sappiamo che il pubblico viene maggiormente tra il sabato e la domenica. È importante quindi che la gente trovi qualcosa di importante in città».
Di pubblico se ne prevede molto. Quota 250mila spettatori rappresenterebbe un successo non da poco: «Sono io a essere cauto. Io me ne augurerei un po' di più, ma penso che questo potrebbe essere già un buonissimo obiettivo di partenza. Treviso, da lungo tempo, non ha una mostra che possa fare o che abbia fatto questi numeri. Quindi già partire da 250mila visitatori sarebbe una cosa molto importante. Poi io per primo sarei felice di farne anche di più. E penso che lo sarebbe anche la città».
Anche la visione del sindaco Giovanni Manildo è all'insegna dell'ottimismo: «La compattezza del settore terziario per favorire questa mostra è un'ottima notizia. Abbiamo lavorato due anni per costruire questo gruppo. Tutte le persone che verranno a Treviso dovranno essere ben accolte e coccolate per invogliarle a tornare ancora».
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Il Gazzettino