L'inchiesta sul Russiagate c'è ed è giovane, ha ammesso il direttore dell'Fbi James Comey. E' stata avviata lo scorso luglio, e se ha prodotto già un rapporto preliminare...
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Quanto rischia Donald Trump in questa vicenda? La speranza della Casa Bianca è quella formulata ieri dal portavoce Sean Spicer: «Le dichiarazioni dei due capi della sicurezza non ha aggiunto nulla a quanto già sapevamo». Se l'inchiesta dovesse convalidare questa versione, Trump ne uscirebbe soltanto un po' ammaccato nell'immagine. Si sarebbe circondato nella corsa elettorale con eccessiva disinvoltura di personaggi opachi, che hanno avuto in passato rapporti ravvicinati con la Russia. Ma nella sinosssi che il co-presidente della commissione Intelligence, il democratico Adam Schiff ha disegnato ieri, questi confini sarebbero stati violati in modo molto più rilevante. Schiff ha raccontato come Paul Manfort, abbia al tempo stesso vestito i panni di lobbista per conto della russa Gazprom con legami diretti a Vladimir Putin, e quella di direttore della campagna di Trump. Schiff ha poi parlato del ruolo che l'amico e consulente di Trump, Roger Stone, ha avuto nell'anticipare passo per passo le rivelazioni in arrivo sulla posta privata dei leader democratici, che gli hacker russi avevano carpito. Se Stone ha avuto un ruolo di coordinatore in questa sequenza, si sarebbe macchiato del reato di spionaggio, e poi del tentativo di insabbiare le prove. Ancora di più, avrebbe co-firmato il boicottaggio elettorale. Schiff è andato oltre nella sua analisi quando ha detto che l'opera dei mediatori' della squadra elettorale di Trump si è tradotta in una modifica della piattaforma repubblicana riguardo alla crisi in Ucraina, dove i conservatori americani hanno ridefinito alcune delle violazioni russe in modo da alleggerire le loro responsabilità. Se tutte queste attività fossero confermate dall'inchiesta, e se il coordinamento fosse infine imputato direttamente a Trump, allora la portata dello scandalo si aprirebbe all'ipotesi di un impeachment.
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Il Gazzettino