Rush finale per la Mostra Questa sera, alle 19 l'annuncio dei vincitori

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Ci sono alcune regole da tenere a mente quando si affronta un film di John Woo. La prima è non cercare di comprendere se la trama abbia un senso o un filo logico, perché nemmeno Lewis Carroll sarebbe in grado di scoprirlo. E Manhunt, fuori concorso a Venezia, intreccia di tutto. La seconda regola è non mettersi a contare il numero dei morti: ci vorrebbe un calcolatore, e terzo è inutile rintracciare i riferimenti e le citazioni, perché più o meno c'è mezza storia del cinema. Si aggiunga che in quest'ultimo film in cui il regista torna ai suoi generi preferiti, c'è anche l'opera, arie di Liù della Turandot pucciniana, che, come si sa, muore per non rivelare il nome del suo principe.

Il mio è in realtà un omaggio ai film polizieschi del passato esordisce John Woo (Mission Impossible 2, Nome in codice. Broken Arrow, Face/Off) anzi quasi il remake di Jun'ya Sato, un classico del genere girato nel 1976. E soprattutto è un atto d'amore per Ken Takakura, un attore che è stato la fonte di ispirazione per molti dei miei personaggi.
Il rapporto con il modello è però alla lontana, perché Manhunt porta la mano registica di Woo in tutti i suoi pori e in tutte le sue influenze, a cominciare dal genere wuxia con tutte le sue eccessive, debordanti, e irreali sparatorie e combattimenti con pistole e katane, le spade tradizionali; per continuare ai combattimenti che sembrano coreografie, agli inseguimenti in tutte le possibili versioni (qui anche su moto acquatiche); le metafore e il simbolismo esagerato (le colombe bianche che volano dapprima in opposte direzioni, segno dello scontro tra i due personaggi principali, e poi a segnare l'amicizia e il rispetto che li lega). C'è il melodramma, e Manhunt è un film, nonostante tutto, romantico.
E' la prima volta che metto in scena lo scontro donna-donna - racconta in genere ho sempre narrato duelli uomo-uomo. Mi divertiva l'idea di farle combattere, e soprattutto mi ha divertito tornare al mio stile del passato.
Il film, tuttavia, non è un hard boiled dai toni drammatici, ma è piuttosto un action movie con toni ironici che volutamente richiama influenze classiche.

Amo molto i gialli pieni di suspence di Alfred Hitchcock prosegue il regista - Il poliziesco del passato è stata un'epoca d'oro, gloriosa della storia del cinema. Adrenalina, ironia, citazioni, morti, sparatorie, amori, per un prodotto di alta classe e di sicuro divertimento.
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Il Gazzettino