Rsa, massima allerta: Monselice blindata

Rsa, massima allerta: Monselice blindata
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LA SITUAZIONE
PADOVA L'allerta resta altissima. Il caso di Conselve, dove si contano sessanta anziani e dodici lavoratori contagiati nonostante siano vaccinati, tiene in apprensione tutte le case di riposo e porta alcune strutture a rinforzare le misure di sicurezza. Ieri i sindacati hanno incontrato i vertici dell'Ulss per fare il punto della situazione: per ora a parte la Beggiato di Conselve (ieri è stato ricoverato un secondo ospite) non si registrano e i casi di contagio sono pochi, ma in tutta la provincia la curva del contagio continua a salire e l'apprensione in vista delle prossime settimane è inevitabile.

Ieri sono stati registrati nel Padovano 95 nuovi casi di Covid e le persone attualmente positive sono 2.103, un dato in crescita. C'è però una buona notizia: sono stati dimessi dalla Terapia intensiva gli anziani coniugi ricoverati e intubati all'ospedale di Padova dopo la festa per l'anniversario in un ristorante di Torreglia.
LE STRUTTURE
La casa di riposo di Monselice da oggi attuerà misure più stringenti per i visitatori esterni. «Non appena abbiamo visto che la situazione si aggravava abbiamo serrato i ranghi, per così dire dice il coordinatore Francesco Lunghi Non si può rischiare assolutamente. Da qualche giorno chi non ha ancora ricevuto la terza dose di vaccino indossa la mascherina Ffp2 e non quella chirurgica. Da oggi tutti coloro che verranno a vedere i propri familiari verranno sottoposti a tampone, anche se sono muniti di Green pass. È una precauzione ulteriore che ci sembra utile. Inoltre ho chiesto di ridurre al minimo le uscite in ospedale perché lì ci sono persone positive e non dobbiamo correre rischi».
I TEST
A Monselice dipendenti e ospiti eseguono uno screening ogni 15 giorni e per ora non ci sono casi di positività. «La preoccupazione ovviamente c'è continua Lunghi perché ci si può contagiare anche con il vaccino. E in caso di anziani con patologie, magari anche gravi, il pericolo è dietro l'angolo. In caso di positività dovremmo richiudere tutto di nuovo, è una situazione angosciante. Tutti, dentro e fuori, devono fare la massima attenzione».
I PROTOCOLLI
Dove i protocolli vengono applicati in modo particolarmente rigido è la Casa Scarmignan di Merlara, una delle case di riposo che hanno pagato un prezzo altissimo durante la pandemia. «Non siamo mai stati morbidi e l'esperienza drammatica che abbiamo vissuto ci ha reso molto attenti, il personale devo dire che sta dimostrando una grande responsabilità riferisce la presidente Roberta Meneghetti Noi non abbiamo mai creato stanze degli abbracci, durante le visite si sta a distanza di almeno un metro e sempre con i dispositivi di protezione. Di recente abbiamo festeggiato un centenario ed erano ammessi solo cinque familiari. Tra i parenti degli ospiti abbiamo trovato molta disponibilità, capiscono il motivo di tanta attenzione e si rendono conto del perché lo facciamo. Però non inaspriamo per ora i vincoli alle visite, gli ospiti hanno bisogno della socialità, sempre sotto controllo».
RASSICURAZIONE
Si continuano ad applicare i protocolli anche all'Opera immacolata concezione della Mandria e alla casa di riposo di Noventa Padovana. «L'altissima percentuale di personale e ospiti vaccinati ci rassicura spiega il direttore generale Fabio Toso Non ridurremo le visite e comunque un inasprimento delle misure di sicurezza potrebbe prevedere solo un rafforzamento dell'uso dei tamponi». A Noventa, invece, un grande aiuto lo dà la tecnologia al plasma freddo per la sanificazione dell'aria: «È un sistema certificato dall'Università di Padova e dalla Microbiologia del professor Andrea Crisanti dice il presidente Denis Cacciatori Ha un'efficacia del 99% ed è stato installato in tutti i termoconvettori. Le regole sono già stringenti, entrano solo i familiari con Green pass con mascherina Ffp2 e solo mezz'ora al giorno, poi tutto il personale è vaccinato per cui siamo tranquilli. Se sarà necessario si rivedranno i protocolli».

I controlli sono rigidissimi anche all'Alta Vita Ira, «e continueranno ad esserlo. Per ora non c'è la necessità di aumentare le misure di sicurezza» assicura il presidente della struttura cittadina Stefano Bellon.
Silvia Moranduzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino