Ennesimo scenario con molte ombre e poche luci sui servizi sociali rodigini. Ieri, con poche righe, il Centro antiviolenza del Polesine ha annunciato la chiusura a partire da...
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«I fondi provenienti dalla Conferenza dei sindaci tramite bando regionale annuale arrivano a goccia e consentono una sopravvivenza ogni volta di tre-quattro mesi - conferma la responsabile del Centro Alessandra Tozzi - Quando abbiamo partecipato all'ultimo bando già stanziato fino al 30 aprile, speravamo ci fosse una volontà politica di cercare altri fondi, cosa che non c'è stata. Dal Comune è arrivata la proposta di una proroga per un altro mese, ma sarebbe stata in pratica una morte annunciata, dato che non sembra esserci interesse reale nel tenere aperto. Si pensi che il servizio è nato nel 2008 e allora gli operatori erano gestiti direttamente da palazzo Nodari e che già siamo stati costretti a chiudere le altre due sedi di Lendinara e Porto Viro».
Il centro garantiva un servizio di totale assistenza, dall'accompagnamento al supporto psicologico a quello legale al gentil sesso, con alcune situazioni di particolare gravità, seguite con costanza dal personale fino all'effettiva emancipazione. Molti anche i messaggi di forte delusione pervenuti nelle ultime ore da donne passate per il Centro che, grazie allo stesso, hanno potuto intraprendere una nuova vita. Dal 2013, inoltre, esiste una legge che impone alle forze dell'ordine di indirizzare le vittime di violenza al centro specializzato più vicino in zona, che ora per il Polesine rischia di diventare quello di Este.
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Il Gazzettino