(m.f.) L'opposizione di centrosinistra in Consiglio comunale sembra non aver recuperato quel mordente che invece sarebbe necessario in una dialettica democratica. I gruppi Casson...
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«E che novità è? - commenta Casson - io non avevo la tessera del Pd neanche per il 2015 ma ho corso da candidato sindaco e continuo a far parte del Gruppo Pd in Senato dove ci sono anche altri come me».
La decisione, che risale al 2014 riguarda soprattutto disaccordi con le scelte compiute dal partito a livello nazionale dopo l'ascesa alla segreteria di Matteo Renzi. Casson comunque rimane anche a Venezia, a dispetto di chi diceva che avrebbe abbandonato presto il seggio.
«Resto capogruppo del gruppo "Casson" - conferma - e parteciperò a tutte le riunioni del Consiglio comunale, a meno che non ci siano impegni inderogabili in Senato. Partecipare alle commissioni mi sarà invece impossibile, poiché mi troverò a Roma».
Il segretario provinciale del Partito (dimissionario dopo le elezioni) Emanuele Rosteghin è comunque convinto che sia necessario guardare avanti senza piangersi addosso.
«Su Felice Casson - è il suo commento - c'è un po' di dispiacere perché tanta gente del Pd ha lavorato per lui. Mi ostino inoltre a credere che sia necessario fare squadra tra quelli della sua lista e quella del Pd. Al di là che possano essere e rimanere gruppi separati, bisogna coordinarsi con azioni congiunte, magari coinvolgendo i 50 eletti del Pd nelle municipalità».
Una riunione plenaria degli eletti del partito è già stata convocata per l'8 settembre. «Ho invitato anche gli eletti della lista Casson - prosegue - mi sembrava corretto. Ha senso secondo me mettere insieme le idee. Più si fa squadra più ci si avvicina di nuovo alla città. In autunno vorremmo fare un congresso "costituente" coinvolgendo la gente e mettendo in campo le nostre idee. La prima iniziativa sarà sul turismo. Bisogna - conclude - riprendere il filo con la città dopo quella che è stata un'evidente sconfitta».
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Il Gazzettino