Romano ProdiGli otto giorni di Joe Biden in Europa sono stati spesi bene. La prima ragione del viaggio era la riunione del G7 in Cornovaglia e, a mio parere, è stata la tappa...
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Gli otto giorni di Joe Biden in Europa sono stati spesi bene. La prima ragione del viaggio era la riunione del G7 in Cornovaglia e, a mio parere, è stata la tappa meno produttiva. D'altra parte è lo stesso G7 che ha perduto progressivamente di importanza. Quando, nei lontani anni 70, si decise di dare vita a questo appuntamento annuale, i sette paesi membri (Stati Uniti, Canada, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia) rappresentavano oltre il 50% dell'economia mondiale. Ora arrivano appena al 30%, mentre l'economia asiatica raggiunge il 33%. È quindi sempre più difficile che i G7 prendano decisioni importanti per il destino di tutto il mondo. Così è stato anche in Cornovaglia. Essi si sono infatti limitati a impegnarsi a donare, nel corso del prossimo anno, 870 milioni di dosi di vaccino ai paesi in via di sviluppo, rendendo con questo immuni meno di un mezzo miliardo di persone, cioè un decimo di coloro che debbono essere vaccinati per fermare l'epidemia. In secondo luogo, in assenza di Cina, India e Russia, i G7 non hanno potuto apportare novità degne di nota nei confronti della politica ambientale globale, riguardo alla quale sono stati sostanzialmente ripetuti gli impegni già presi. È rimasto infine ancora vago il programma di massicci investimenti in infrastrutture da realizzare nel terzo mondo come alternativa rispetto agli impegni cinesi programmati nell'ambito della via della seta.
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Il Gazzettino