ROMA - Non è bastata la Festa di Palermo e suo il richiamo quasi incalzante all'unità: con un tweet insolito, morbido solo nella forma, Beppe Grillo si vede costretto a...
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È agli ortodossi, insomma, che l'ex comico si rivolge. A chi, come Roberto Fico e Carla Ruocco non aveva lesinato perplessità e quasi «sconcerto» per la probabile nomina di Tutino, l'uomo della 'Casta' tanto inviso ai duri e puri del Movimento, l'ennesima eccezione capitolina alla 'Bibbia' pentastellata.
Basti pensare a come Roberta Lombardi, parlando con la stampa nella seconda giornata della kermesse palermitana, avesse rilevato come Raggi e il M5S corressero su due «strade parallele». Parole passate non certo inosservate ai vertici del Movimento, al quale quell'intervista pare sia proprio non piaciuta. Da qui, il tweet preventivo con cui Grillo prova ad evitare un nuovo vespaio: nessuna dichiarazione o intervista su Roma, «grazie di cuore a tutti».
E il richiamo del leader viene preso alla lettera. «Ognuno sa cosa deve fare dei propri pensieri», sono le parole, calibrate e un po' freddine, alle quali si limita la capogruppo alla Camera Laura Castelli. «Io parlo solo del referendum», taglia corto Alessandro Di Battista rispondendo a chi, in Transatlantico, gli chiede cosa ne pensi. Ma a microfoni spenti molti grillini fanno riferimento al richiamo del «buon padre di famiglia» (come qualche pentastellato lo definisce) che appare in tutto il suo significato: basta con il 'fuoco amico' su Raggi, lei non può diventare come Pizzarotti. Il dato resta quindi quello emerso anche a Palermo.
La sindaca di Roma, oggi, è «intoccabile»: una sua espulsione avrebbe l'effetto di una slavina fatale per il Movimento, ancor più che l'espulsione di qualche big della Camera. Ma, di contro, da parte di Grillo cresce anche il pressing perché la sindaca risolva, una volta per tutte, una 'vacatio' che rischia di paralizzare il Comune e di danneggiare l'intero Movimento.
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Il Gazzettino