ROMA - L'Anm non si schiera, ma i magistrati potranno partecipare al dibattito sul

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ROMA - L'Anm non si schiera, ma i magistrati potranno partecipare al dibattito sul referendum costituzionale. Dopo settimane di dibattito e polemiche, l'Associazione nazionale dei...

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ROMA - L'Anm non si schiera, ma i magistrati potranno partecipare al dibattito sul referendum costituzionale. Dopo settimane di dibattito e polemiche, l'Associazione nazionale dei magistrati decide di «non intervenire nel merito della tematica relativa al referendum costituzionale», pur riconoscendo «sull'imprescindibile ed ovvio presupposto che la Costituzione sia di tutti i cittadini, il pieno diritto dei magistrati a partecipare al dibattito, nelle forme da ciascuno ritenute opportune e compatibili con il codice etico». La decisione delle toghe arriva nel giorno in cui a Bergamo parte la campagna per il Sì di Matteo Renzi. Stessa città dove, nel pomeriggio, a poche ore di distanza dall'intervento del presidente del Consiglio, scende in piazza il centrodestra che prova a ricompattarsi (con Giovanni Toti che lancia un appello per l'unità con «un nuovo soggetto unico») e accusa il premier di «non rispettare chi la pensa diversamente da lui».

Il documento dell'Anm rispecchia la posizione che il presidente, Piercamillo Davigo, ha assunto fin dall'inizio del dibattito nato subito dopo l'intervista a «Il Foglio» (in parte smentita) del consigliere del Csm, Piergiorgio Morosini. La decisione viene letta coma una vittoria dal gruppo di Area. Più cauto, invece, il gruppo Unicost che preferisce un «basso profilo rispetto alla partecipazione dei singoli magistrati: Questo - spiega Rossana Giannaccari - non significa essere passivi ma partecipare nelle sedi opportune».
Il clima sulla consultazione popolare di ottobre - complice la prossimità del voto per le amministrative di giugno - nel mondo politico appare già rovente. A Bergamo scende in piazza il centrodestra che definisce «un tentativo di silenziare le opposizioni» i riferimenti agli «inciuci» e al pericolo che l'Italia diventi «ingovernabile» fatti dal premier per il lancio della campagna per il Sì. «Renzi non rispetta chi la pensa diversamente, soprattutto quando tenta di offendere gli avversari con toni caricaturali e un umorismo francamente inappropriato», protesta Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato. Secondo Renato Brunetta, «Renzi attacca in modo ignobile e volgare l'opposizione per aver organizzato una manifestazione per dire No alla sua "schiforma". Lui può anche strumentalizzare occasioni istituzionali, mentre i suoi oppositori devono tacere come nei vecchi regimi». La Lega Nord: «La prima botta per mandare a casa Renzi dobbiamo darla dalle elezioni amministrative», sottolinea invece il senatore Roberto Calderoli.

Bergamo è anche l'occasione per una prova di intesa tra i partiti di centrodestra. «Bisogna sedersi da subito ad un tavolo, magari dopo le amministrative, per creare un'alternativa seria e credibile alla sinistra di Renzi», afferma Altero Matteoli riprendendo la proposta del governatore della Liguria Giovanni Toti.
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Il Gazzettino